Cesenatico, l’appello del malato senzatetto: «Mi serve una casa»

Rischio di dormire all’addiaccio per una persona ammalata che ha bisogno dell’ossigeno per poter respirare. Lui è Sebastiano, un ex pasticcere 47 enne di origine siciliana. Un uomo da tempo rimasto solo, senza più una famiglia che abbia cura di lui, per giunta minato dalla malattia e con problemi di deambulazione.

Da un lustro fa come può per sopravvivere, di volta in volta per strada e con l’aiuto della Caritas cittadina, che almeno per l’inverno trascorso gli ha rimediato oltre che un pasto caldo, un tetto sotto il quale ripararsi la sera. Questo grazie al piano di “emergenza abitativa”, organizzata per dare un tetto alle persone povere e senza casa durante i mesi freddi, che è terminata dal primo aprile.

Sebastiano Salamone ha la voce sopraffatta dall’affanno: «Se tornerò a stare la notte per strada, tra i cartoni, non so più se all’indomani mi potrò risvegliare ancora. Ho bisogno davvero di un tetto. Ho avuto due ictus, ho delle crisi polmonari e respiratorie improvvise, per cui ho bisogno di avere accanto a me la bombola di ossigeno. E la notte mettere il sondino nasale per l’ossigenoterapia, a causa la mia insufficienza respiratoria cronica. Esibisce i suoi ultimi ricoveri in ospedale, lo scorso dicembre al Bufalini e poi al Malatesta Novello a Cesena. Dopo le dimissioni e finora, grazie al piano di emergenza abitativa concordato tra la Caritas e i servizi sociali del Comune, ha potuto trovare riparo e conforto inuna camera da letto vera, in un hotel a Boschetto. «Avevo un lavoro da pasticcere, venni in Romagna con moglie e figlie poi tutto è naufragato, il matrimonio è finito - racconta con difficoltà - Da cinque anni, sono senza fissa dimora. Mi arrangio come posso qui a Cesenatico aiutato dalla Caritas e da gente buona, ma sono molto malato e non posso più pensare di vivere per strada, mi servirebbe una camera. Percepisco una pensione di invalidità di 320 euro mensili, sta aspettando di conoscere che fine faccia la mia richiesta per il reddito di inclusione sociale. Chi ha in gestione l’hotel mi ha comunicato che a breve ne lascerà la gestione. Mi era stato prospettato per rimanere lì una spesa di 700 euro mensili, io sono disposto a mettercene 200, ma il resto non so chi altri mi possa aiutare, se non i servizi sociali comunali». «Io non posso più abitare per strada» va ripetendo come un rompicapo Sebastiano, la cui famiglia è andata vivere altrove, in un comune vicino.

I servizi sociali del Comune si sono fatti carico del problema. Il sindaco Matteo Gozzoli spiega: «Sappiamo della situazione e il posto letto in camera d’albergo gli è stato esteso per tutto il mese di aprile. Al contempo è stato invitato a cercare una diversa sistemazione, con l’impegno di aiutarlo in qualche maniera a contribuire alla spesa. Il Comune in questo momento non ha disponibilità di camere libere da mettere a disposizione».

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