Cesenatico, intervista all’assessore Agostini: «Imu piattaforme, le risorse sbloccate sul waterfront di Ponente»

Cesenatico

Dall’Imu dalle piattaforme metanifere in mare una montagna di soldi per Cesenatico dei cui futuri impieghi si incomincia a ragionare. Dopo che la Cassazione ha rigettato il ricorso di Eni, il Comune di Cesenatico ha potuto svincolare 3,8 milioni di euro dell’Imu per le annualità 2014-2015. Prima ancora, e senza fare alcun ricorso, Eni, nel gennaio 2017 aveva versato a Cesenatico 2,6 milioni di euro per l’Ici degli anni 2010-2011. Somme che in parte vennero utilizzate per ridurre l’indebitamento dell’ente e in parte per investimenti. È l’assessore al bilancio Jacopo Agostini ad aggiornare su quali siano i ragionamenti in corso per impegnare le nuove risorse disponibili.

Come e dove pensate di impiegare i 3,8 milioni di euro ottenuti sul periodo d’imposta Imu 2014-2015? Sono fin d’ora disponibili?

«Sono già utilizzabili per interventi e investimenti. Abbiano già fatto una prima valutazione. Una parte è probabile verranno impiegati per concludere i lavori del Waterfront di viale Colombo, a Ponente in modo da estenderli fino a viale Magellano. Si tratta di un progetto che per cominciare dovrà essere condiviso dall’intera maggioranza».

Quanto manca ancora da riscuotere, nel caso arrivassero altre sentenze favorevoli al Comune?

«Ragioniamo ancora di una somma superiore ai 14,5 milioni di euro. Le annualità ancora a giudizio sono quelle relative all’Imu 2012-2015 per un importo di 3,3 milioni e gli accertamenti Imu 2016-2019 per 11,5 milioni. Giudizi ancora pendenti alla Commissione Tributaria Regionale dell’Emilia Romagna. Ma i precedenti e l’orientamento della Cassazione lasciano ipotizzare che anche gli altri pronunciamenti (il primo previsto il prossimo novembre) dovrebbero avere lo stesso esito».

L’ex sindaco Roberto Buda rivendica il fatto che sia stata la sua Amministrazione di centro-destra ad aprire la pratica per la riscossione dell’Imu sulle Piattaforme marine quando nessuno credeva fosse possibile. Incredulità che determinò anche la caduta di quella giunta, nel maggio del 2016 e il commissariamento del Comune, anche per il ritiro di alcuni partiti di maggioranza.

«È sempre stato riconosciuto che gli accertamenti siano partiti dalla giunta a guida Roberto Buda. Non si è mai contestato il procedere, peraltro sollecitato anche da Anci, la contestazione fatta all’epoca e valida tutt’ora sta nel modo di trattare quelle risorse: andava tenuto conto che erano risorse incerte, non sicure. Tanto più che dopo i primi 2,6 milioni incassati nel 2017, queste altre somme sono state definitivamente riconosciute dopo nove anni. Sarebbe come dire ho 500 euro in banca ma voglio pretendere di fare un viaggio da 5mila euro, è del tutto evidente che non me lo posso permettere».

Questi soldi erano in cassa, previsti in bilancio, senza tuttavia poterli conteggiare quali disponibilità finanziare da spendere...

«Le nostre Amministrazioni, l’attuale e quella precedente sempre a guida Gozzoli, hanno prudenzialmente accantonato queste risorse nel Fondo dei crediti di dubbia esigibilità, così se fossimo stati soccombenti nei tre gradi di giudizio, le casse del Comune non ne avrebbero risentito».

Per avere quello che ancora manca quanto servirà attendere?

Difficile dirlo, se il tutto va in Cassazione, senza che Eni ritiri i ricorsi, probabilmente 3-4 anni ancora».

Dal 2020 al posto dell’Imu c’è ImPi, delle 8 piattaforme in precedenza censite al largo della costa di Cesenatico ne sono stati riconosciute solo 4, le altre ricadono nel mare prospicienti Gatteo. Pensate che questo posso avere risvolti nei ricorsi ancora pendenti per l’Imu pregressa?

«Direi proprio di no. Non è mai stata espressa in giudizio e non rientra nella materia dei ricorsi. L’area di competenza del nostro Comune per l’applicazione dell’ImPi è stata determinata in maniera diversa».

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