Cesenatico, il piccolo “book influencer” Diego premiato per il suo lavoro su Falcone

Diego ha vinto il concorso letterario “Book influencer” con un lavoro su Giovanni Falcone, lo dedica al nonno materno, che l’ha ispirato, e al babbo, che sta attraversando un momento non facile. «Il sacrificio di Giovanni Falcone insegna come occorra sempre denunciare le ingiustizie e combattere le prepotenze». Lo spiega così, cogliendo subito nel segno, quel suo racconto fattosi impegno di lotta alla mafia e ai soprusi che si rifà al libro “Per questo mi chiamo Giovanni”, di Luigi Garlando, che si era impegnato a leggere.

La vittoria e la cena premio

Diego Marchesini è un ragazzino di 12 anni che frequenta la 2ªC della scuola media Dante Arfelli. Con lui e grazie a quel lavoro di lettura, studio e rielaborazione sul fenomeno mafia, tutta la sua classe è stata premiata al concorso letterario “Book Influencer”, bandito da “Soccorso Letterario” e condiviso e finanziato dalla Cooperativa Bagnini Cesenatico. Rivolto ai ragazzi della scuola secondaria di 1° e 2° grado, prevedeva la realizzazione di un elaborato, video, scritto o audio, in cui mettere alla prova la creatività dei ragazzi, chiamati a raccontare e recensire il libro preferito. Tutti gli elaborati candidati, sono stati sottoposti al giudizio della giuria composta di Rossella Mancinelli libraia di Cartamarea, dalla professoressa Fiorella Casali, da Michela Chiesa, libraia della Mondadori. Alla sede della Cooperativa Bagnini di Cesenatico si è tenuta la premiazione della classe vincitrice. Grazie al lavoro fatto da Diego tutti i compagni della 2ªC si sono ritrovati poi insieme al ristorante a mangiare la pizza offerta della Cooperativa Bagnini.

La storia di Giovanni

Giovanni che dà il nome al protagonista del libro è un bambino che sta per compiere 10 anni. Per il giorno del suo compleanno il padre Luigi gli regala una giornata molto particolare, al mare, a Mondello, al termine della quale gli spiegherà perché si chiami Giovanni. Nel corso della giornata il padre gli racconta dei metodi che usa la mafia per arruolare, insediarsi, minacciare, assassinare, propagarsi, estorcere il pizzo, sopraffare ma anche come Falcone e uomini come lui l’abbiano sempre combattuta e smascherata. Il racconto del padre comincia però da un episodio di bullismo accaduto nella scuola frequentata dal figlio.

Il suggerimento del nonno

La lettura del libro, racconta Diego, «Mi ha fatto capire cosa di malvagio sia la mafia. Un fenomeno criminale di ieri, ma anche di oggi, che non si vorrebbe più avere un domani. Mi ha incuriosito e con parole semplici mi ha spiegato il sacrificio di Giovanni Falcone. Ne ho ricavavo che nella vita bisogna sempre denunciare le ingiustizie e le sopraffazioni». «Me l’ha consigliato mio nonno Augusto - spiega-. Voleva che conoscessi la storia di Giovanni Falcone e capissi qualcosa di più sulla mafia».

Il progetto

«Sono molto contento di avere vinto. Per due mesi di sera ho fatto questo lavoro. Mi ci sono appassionato. Ci tenevo a realizzarlo come mi ero immaginato, cioè come un giornale in cui si leggono le principali notizie di Giovanni Falcone e il messaggio che ha lasciato a tutti. Ho cercato articoli, raccolto ritagli di giornale, materiale fotografico, spezzoni delle testimonianze di Buscetta e Brusca, ripercorrendo i fatti successi, le cosche, Cosa nostra, l’organizzazione, il bambino strangolato e sciolto nell’acido dalla mafia, il pool antimafia, la strage di Capaci nel maggio del 1992, l’Albero di Falcone. Materiale che poi ho elaborato, scritto e a mia volta raccontato».

Un consiglio e una dedica

Diego ora lo consiglia a tutti: «Perché insegna a combattere la prepotenza di chi si crede più forte e vuole imporre la propria volontà prevaricatrice sugli altri. Come talvolta succede anche a scuola coi prepotenti e nella vita di tutti i giorni». La vittoria la dedica «a mio fratello Leo, che quando mi sono fatto male mi ha aiutato a scrivere, a mio nonno Augusto e mio babbo Andrea, che mi è stato tanto d’aiuto».

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