Dopo oltre 42 anni come medico di famiglia, Alessandro Zennaro è andato in pensione ieri, nel giorno del 70° compleanno.
La carriera da medico
«Mi sono laureato nel marzo del 1979 e d’estate ero a fare le visite mediche negli alberghi, poi la guardia medica. Medico dei profughi che allora erano in fuga del Vietnam, ospitati nell’ex colonia Aiuti Internazionali. L’anno dopo, a dicembre, ero medico di famiglia. Sono arrivato a 1.614 assistiti. Ho fatto il medico scolastico per 9 anni. Alla fine degli anni Novanta facevo il medico della nazionale juniores di tennis, quando aveva sede al circolo Godio. E ho accompagnato come medico mister Zaccheroni quando agli esordi allenava gli under del Cesenatico. Oggi faccio il medico del Bakia».
Volti noti tra i pazienti
Tra i suoi pazienti anche volti noti. «Li avevo con il passaparola e perché in mio nome d'estate lo facevano gli albergatori: Dario Fo, Tinin Mantegazza, Azeglio Vicini, Alberto Zaccheroni, Giovanni Bissoni, il tennista Tomas Smid e poi i ciclisti Marco Pantani, Claudio Savini, il belga Roger De Vlaeminck, e Milly Carlucci durante le prime stagioni di Atlantica».
Il ruolo in Comune
Ha fatto anche politica attiva. «Sono stato assessore a lavori pubblici e ambiente nella giunta Natali e poi da indipendente consigliere comunale nel Pri».
La formazione dei giovani
Oggi è uno dei 6 coordinatori della “Scuola di formazione di medici di base” dell'Ausl Romagna e prima ancora presidente provinciale del Simg, Società italiana di medicina generale. Siccome è difficile trovare medici di famiglia, Zennaro spiega: «Non si è investito abbastanza nella formazione. Creare un medico costa 300mila euro. Da noi un passo in avanti lo abbiamo fatto nel 2022 con l’apertura della facoltà di medicina a Forlì». Racconta come svolge la formazione: «Faccio lezione impostando l’attività dal punto divista pratico e coordino la presenza degli altri docenti chiamati a insegnare. Ritengo che i giovani medici sono molto preparati».
Il Covid
L’esperienza del Covid l’ha segnato. «Ho avuto 20 decessi per Covid tra i miei pazienti. Ho sempre tenuto l’ambulatorio aperto e ho sempre visitato. Ho cercato di convincere i contrari al vaccino e chi negava l’esistenza del virus che il Covid era estremamente serio e pericoloso. Ma ho continuato a seguire e curare anche loro quando si ammalavano. Tanta gente è stata ingannata da venditori di fumo, che non seguono il metodo scientifico».