Cesenatico, gli albergatori: «Pochi turisti italiani non solo per mancanza di soldi, servono svaghi, last-minute e trasporti»

Col turismo che dopo un buon maggio non ha brillato in giugno e ha arrancato a luglio, con pochi turisti italiani, nonostante il caldo e il mare in buone condizioni, gli albergatori di Cesenatico si consolano con un buon flusso di stranieri e confidano di salvare la stagione con agosto e settembre. Ma guardano anche più in là, ad autostrade, treni e soprattutto aeroporti, per recuperare appeal.
Il presidente di Adac-Federalberghi, Alfonso Maini, pensa che «a fine estate occorrerà fare una generale riflessione sul futuro del nostro turismo. Come Associazione degli albergatori stiano lavorando con le altre associazioni e le istituzioni per definire strategie per essere più attrattivi. Bisogna ragionare sull’intera Riviera romagnola, una singola destinazione come può essere Cesenatico non basta per stabilire tendenze e andamento del mercato della vacanze».
I motivi delle difficoltà
Il calo dei vacanzieri italiani dipende anche dal fatto che il ceto medio e dalle famiglie, tradizionali clienti della Riviera, è alle prese con la difficoltà di tenere in equilibrio i bilanci domestici e quindi scegliere vacanze più brevi, concentrate nei soli fine settimana». Ma per Maini è una spiegazione che non basta, perché «anche col solleone il turismo sia positivo nelle città d’arte e nell’entroterra, invece che al mare, dove dovrebbe esserci il boom in questi casi». Allora ecco un’altra chiave di lettura: «Chi viene in vacanza da noi ha bisogno, oltre che della proverbiale accoglienza e relax, anche di momenti e occasioni di interesse e di svago, quello che manca per le persone dai 28-30 anni ai 65 nell’extralberghiero». E poi c’è un cambio di abitudini: «Oggi la gente che gira vuole vedere sempre cose e posti nuovi è solita fare più periodi di vacanza all’anno, in questa fase noi dobbiamo anche puntare sul turismo last minute, badando bene tuttavia a mantenere la qualità e soprattutto il livello della nostra offerta, senza pensare che abbassando le tariffe si una soluzione».
Il timoniere di Adac si aggrappa intanto al turismo straniero, «in crescita tanto negli arrivi che nei pernottamenti» e su cui «c’è ancora da lavorare molto. A fine stagione anche qui con la Regione occorrerà fare il punto per quanto riguarda le infrastrutture: autostrade, treni e in particolare gli aeroporti». Tenendo conto anche di un dato: «Dal 2019, il settore alberghiero, a parte gli hotel a quattro o cinque stelle, accusa un calo di presenze attorno al 10%».
I numeri
Nei primi sei mesi dell’anno, a Cesenatico, gli arrivi sono stati poco sotto i 271mila e i pernottamenti quasi 1,2 milioni, numeri quasi identici alla prima metà del 2024. In giugno c’è stato invece un calo del -10% negli arrivi (99.151) e di -7,1% nelle presenze (529.571), per quel che riguarda gli italiani, contro un +23 e +33% degli stranieri, che non hanno però evitato una perdita generale sia in arrivi che in presenze: -6% e -2%.