Cesenatico, erano arrivati da rifugiati, tornano in Bangladesh e la Siropack li saluta: "Grazie per la serietà sul lavoro"

Cesenatico

Due dipendenti di Siropack tornano dopo anni nel natio Bangladesh e l’azienda di Bagnarola celebra l’evento su Instagram, con un post intitolato “Non servono stivali di gomma, ma rispetto per l'uomo e un cuore pronto all'accoglienza”.
«Una data che i nostri Johurul e Jahangir non dimenticheranno facilmente, e noi con loro», scrivono dall’azienda. Il racconto: «Johurul e Jahangir mettono piede sull'aereo che li riporterà in Bangladesh, rispettivamente dopo 9 e 6 anni, dove potranno finalmente riabbracciare i loro cari (immaginate l'emozione). Per arrivare alle scalette che li condurranno sull'aereo verso casa hanno percorso un cammino lungo e tortuoso, che noi conosciamo bene: Johurul fa parte della nostra squadra dal settembre 2018, Jahangir dal febbraio 2019. Sono arrivati in Italia come rifugiati politici, tornano a casa con un permesso di soggiorno da lavoro subordinato. Difficile contare i vari permessi, rinnovi, adempimenti nei quali li abbiamo accompagnati in questi anni, assumendoci importanti responsabilità. Johurul e Jahangir hanno lavorato con serietà, impegnandosi e integrandosi con rispetto nella comunità che li ha accolti».
Poi i ringraziamenti: «Giunti al coronamento di questo percorso, desideriamo ringraziare professionisti e istituzioni che ci hanno affiancato nel sostenere queste persone, dall'avvocato Rosaria Tassinari ai ragazzi del Centro di Accoglienza Cesena e Cimonlus, dal Comune di Cesena a tutti gli uffici competenti della Questura di Forlì Cesena, del Commissariato di Polizia Cesena e di Confartigianato Federimpresa Cesena».
Poi da Siropack ricordano: «Nella nostra storia siamo stati un popolo di emigranti e oggi il Sistema Italia si è dimostrato capace di accogliere e integrare, nel rispetto della legalità e della dignità, chi bussa alla sua porta in cerca di un futuro migliore. In quanto all'accoglienza, l'Italia ha un cuore grande e non è seconda a nessuno. Gli esempi positivi ci sono, dobbiamo lavorare su questo».
Johurul e Jahangir

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