Cesenatico, dune in spiaggia spazzate via: corsa per ricostruirle

Cesenatico

Il turismo balneare è ancora lontano, ma tra i gestori degli stabilimenti balneari c’è già uno stato d’allerta per i danni fatti da un mare che secondo gli esperti è destinato a salire di ben 5 centimetri nei prossimi dieci anni. E allora vengono sollecitate una programmazione condivisa e anche la sperimentazione di soluzione innovative per proteggere la costa fortemente urbanizzata. Quasi ovunque le dune invernali di sabbia, nel corso dell'ultima tempesta marina, sono state abbondantemente erose. A Valverde il mare le ha del tutto spianate e cancellate. Tutti concordano sull’urgenza di ricostituirne “di fortuna” e di farlo in tutta fretta per riparare gli stabilimenti e la spiaggia già grandemente rosa dalle mareggiate che ci si deve aspettare fino a maggio.

In seguito alle forti mareggiate del 22 e 23 gennaio, si è riunito il coordinamento delle cooperative balneari di Legacoop, che ne conta 14 dai Lidi Estensi e di Spina a Cattolica, passando per Cervia, Cesenatico, Gatteo Mare a Igea Marina, Rimini, Riccione e Misano. La verifica effettuata ha confermato che le località colpite con più violenza dalla burrasca di mare e di vento (che ha soffiato sotto costa fin oltre 93 km/h) sono state Cesenatico e Bellaria. I bagnini hanno attivato vere e proprie catene di solidarietà, coordinate dalle cooperative, per assistere gli stabilimenti più colpiti, con attrezzature distrutte e strutture danneggiate. Lo riferisce il coordinatore regionale del settore Stefano Patrizi, che evidenzia che però «senza duna non si può restare». Dove era solida si è dimostrata ancora una volta fondamentale, un po’ come lo sono state le porte vinciane che azionate hanno nuovamente scongiurato la fuoriuscita del mare dalle banchine del porto. Se non ci fossero state, il centro storico cittadino sarebbe finito allagato.

Il sindaco Matteo Gozzoli, supportato dai dati della protezione civile nei giorni scorsi, quantifica i danni: la spiaggia è scesa un po’ ovunque di 40 centimetri e 200.000 metri cubi di sabbia sono stati strappati alla duna. Proprio su quest’ultimo punto si concentra Patrizi: «La duna è danneggiata, e addirittura completamente erosa in diversi punti, e perciò va ripristinata. Purtroppo buona parte della sabbia dei ripascimenti recenti è già stata portata via e le difese a mare non sono sufficienti per fermare questi fenomeni meteo».

La categoria dei bagnini fa la propria parte: «Ogni anno le cooperative associate a Legacoop investono 2 milioni di euro per la tutela della spiaggia, la duna invernale, i ripascimenti, i livellamenti e la pulizia della spiaggia». E non solo in difesa delle loro attività: «La duna di sabbia contribuisce a proteggere anche le pinete e le strutture ricettive e residenziali prossime alla spiaggia». Ma adesso si teme che «la spesa necessaria aumenterà in modo rilevante, di fronte ai drammatici cambiamenti climatici in atto». E allora l’appello lanciato è forte e chiaro: «Gli esperti prevedono che il livello dell’Adriatico salirà di 5 centimetri in 10 anni. È fondamentale che lo Stato e la Regione continuino a portare avanti una programmazione certa e condivisa sugli investimenti anche sulla sperimentazione di soluzioni innovative».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui