Cesenatico
Antonio Lombardi
La ditta “Savini Marmi e Graniti” di via Mazzini, da quasi cent’anni punto di riferimento nel cuore di Cesenatico per la lavorazione della pietra viva, cesserà l’attività ai primi di dicembre. L’azienda, nota come la “fabbrica del marmo”, chiude dopo tre generazioni. Michela Savini e il marito Luciano Piretti, raggiunta l’età della pensione, faranno d’ora in avanti i nonni a “tempo pieno”, dopo aver trovato una nuova sistemazione nel settore ai loro collaborati.
Gli inizi nel 1930
La ditta “Savini” fu iniziata dal nonno Pio (classe 1905) negli anni Trenta del secolo scorso, allora dedito con la sua impresa nel preparare manufatti in cemento. Fintanto che il figlio Primo all’età di 18 anni, non riuscì a convincere il padre nel 1953 a puntare sul marmo. I tempi erano ormai maturi affinché, trascorsa la guerra, anche i muri e le pareti delle case e cappelle votive si ricoprissero e rivestissero di marmo.
La scommessa del marmo
«A mio padre piaceva questo lavoro; per imparare il mestiere andò a Ravenna, all’Accademia delle Belle Arti», ripesca nei racconti di Primo Savini la figlia Michela a cui è stata trasmessa l’attività. «Mio padre aveva capito, che con lo sviluppo economico e dell’edilizia, oltre a pietre e cemento ci sarebbe stato bisogno di marmo per costruire gli edifici, realizzare finiture e arredi. Si cominciò con l’impiegare il marmo di Carrara e il Travertino allora i più reperibili e versatili».
La terza generazione
Michela Savini lavora da 44 anni nell’azienda paterna. «Incomincia qui nell’1981, subito dopo aver conseguito il diploma di ragioniera. Da allora questo è stato il mio posto, dividendomi poi tra l’impresa e la famiglia». Nel mentre l’azienda si sviluppava, il capannone si allargava con l’arrivo di nuovi macchinari per la lavorazione del marmo e le commesse che andavano crescendo. «Tanta parte di questo lo devo a mio marito, quando insieme prendemmo in mano l’azienda da mio padre nel 1997, sviluppandola anche in base alle nuove esigenze della clientela. Mio marito è stato sempre appassionato d’arte, ne aveva l’intuito, sicché anche grazie alla sua vena artistica e competenza abbiamo saputo continuare l’azienda, sempre qui nel centro urbano di Cesenatico. Di volta in volta collaborando con architetti, tecnici, designer di interni, esterni e giardini. Si è impostato l’utilizzo di altri e nuove tipologie di marmi fatti arrivare anche dall’estero, innovato le produzioni, ricevendo incarichi per realizzare lavori di ogni tipo e in ville anche oltralpe».
Tempo dei saluti
Presto i macchinari si fermeranno definitivamente: «Ancora un paio di settimane, poi il 5 dicembre chiuderemo - calcola il tempo rimasto Michela Savini -.I nostri operai in età da lavoro, hanno trovato occupazione presso nella ditta “Fabbri Marmi” di Bellaria, la cui attività è in fase di espansione e con la quale stiamo già collaborando». Ora che il giorno della chiusura si avvicina cresce anche un po’ di nostalgia: «L’aria che c’è qui l’ho respirata fin da quando ero bambina. Sono 44 anni che ogni giorno ci lavoro e ci vivo. Sento già che mi mancherà, con tutto ciò che ora qui mi circonda. Ho iniziato con mio padre e l’ho portata avanti con mio marito Luciano. Giunto il momento della pensione abbiamo deciso di lasciare e di fare in nonni godendoci i nipoti». «Dispiace lasciare il lavoro di una vita - aggiunge -, l’azienda costruita da tre generazioni, poi, però, c’è la gioia di poter finalmente stare coi nipoti che crescono».