Cesenatico, dalla guerra al lavoro in hotel: missione compiuta

Dopo due notti consecutive in bianco passate in sale d’attesa in stazione, prima a Varsavia e poi a Bologna, ieri mattina sono finalmente riuscite ad arrivare a destinazione a Cesenatico le 10 donne ucraine che lavoravano nelle miniere del Donbass. Con loro hanno anche quattro figli. La più piccola si chiama Arina, ha appena 5 anni ed è il simbolo più toccante di questa storia di fuga dalla guerra alla ricerca di una nuova speranza: col suo inseparabile orsacchiotto di peluche, ha conquistato i cuori dei tre volontari della onlus “Africa Clean”.

Al lavoro lontane dalla guerra

Dopo avere programmato tutto, sono stati loro ad andare a prenderle le donne a Leopoli e poi ad accompagnarle a Cesenatico. Qui, dalla prossima settimana, per 9 di loro inizieranno quasi quattro mesi di regolare lavoro stagionale, oltre a vitto e alloggio. Puliranno le camere o faranno servizio in sala in cinque alberghi: “Michelangelo”, “Excelsior”, “Esplanade”, “West End” e “La Perla”. Un’altra del gruppo cercherà invece un’occupazione, e nel frattempo, per alcuni giorni, sarà ospitata gratuitamente in uno degli hotel, assieme alla sua figlioletta Arina e all’altro figlio adolescente. Per quattro di queste donne segnate dalla guerra ma forti, che vivevano nella regione di Donetsk, invasa dai Russi, questa è la prima esperienza di accoglienza abbinata al lavoro negli alberghi a Cesenatico. Le altre avevano invece già partecipato a un’iniziativa simile la scorsa estate, sotto la regia della Uil e della stessa “Africa Clean” in tandem.

La fine del lungo viaggio

Questa volta, l’associazione ha portato avanti il progetto in piena autonomia. Il capo-missione Carmelo Massari, affiancato dall’ostetrica Giulia Zoccarato e dall’infermiere Michele Magrini, era partito alla volta dell’Ucraina lunedì scorso. Ieri quello che è stato un viaggio molto intenso, faticoso ma emozionante e gratificante si è potuto concludere, grazie alla generosità dei taxisti bolognesi del consorzio Cotabo. Le cose si erano complicate dal punto di vista logistico, a causa dell’alluvione in Romagna, che sta bloccando i treni diretti da Bologna verso sud e fino a giovedì pomeriggio aveva anche interrotto la A14 nel tratto tra Faenza e Forlì. Il trasferimento delle donne (giunte in pullman nel cuore della notte tra giovedì e venerdì, mentre i volontari cercavano di organizzare tutto dopo essere arrivati in aereo alcune ore prima) era quindi diventato un’altra gatta da pelare. Ma i taxisti di Cotabo si sono offerti di trasportare gratuitamente fino al casello autostradale di Cesena tutte le lavoratrici ucraine. È stato un impegno non da poco, perché solo per l’andata sono servite ben 3 ore e mezzo di viaggio in A14, per i rallentamenti e le code, che restano pesanti nonostante l’autostrada sia stata riaperta. Una volta arrivate a Villachiaviche, le donne e i loro figli sono state poi portate nei vari hotel dagli albergatori cesenaticensi, che sono andati a prenderle con le loro navette.

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