Cesenatico, accordo per incentivare il lavoro stagionale
Adac e associazione di categoria hanno raggiunto un accordo con i sindacati per incentivare il lavoro turistico stagionale nel comprensorio. Partendo dalla premesse di come anche l'estate scorsa le aziende alberghiere e turistiche abbiano dovuto far fronte alla carenza di personale. Un accordo nato dal territorio senza aver avuto bisogno di formule precostituite e che vede la partecipazione delle organizzazioni sindacali dei lavoratori (Filcams-Cgil, Fisascat Cisl Romagna E Uil Tucs), di Confesercenti, Confcommercio e Adac-Federalberghi. Valido a indicare alcune vie per uscire dalle criticità di gestione del personale e dei rapporti di lavoro in Riviera.
Quello firmato è stato già inviato all’Ispettorato del lavoro, all’Inps, all’Inail. Sottoposto ai sindaci della Riviera cesenate, in un incontro tenuto nei giorni scorsi in municipio a Cesenatico. Sarà presentato in prefettura e alla Regione Emilia Romagna. Le organizzazioni nazionali delle parti sociali lo invieranno poi al Governo.
Non vi è struttura che non abbia lamentato carenza di personale, in alcuni casi con la conseguenza di dover riorganizzare l’attività, addirittura riducendo i servizi con forti problemi per la gestione. Come uscirne allora? «La risposta non è facile - spiega Leandro Pasini, presidente dell'Adac, associazione di albergatori che è stata una delle principali interpreti dell'accordo raggiunto - Poiché, nonostante la condivisione di questa prima analisi, le posizioni inizialmente divergevano non di poco. Nei primi incontri a inizio 2021 tutti convenivano che il momento impone una svolta davvero epocale: con uno slogan del tipo “lavoro stagionale, si cambia”. Da un lato i sindacati chiedevano alle imprese una revisione dei turni di lavoro fermi agli anni 70/80, dall’altro le associazioni di categoria spiegavano che da sole le aziende non ce la potevano fare a sopportare i costi conseguenti. Ne è nato un confronto fatto da una trentina di incontri il cui fulcro è stato quello di individuare nuove modalità di organizzazione del lavoro nel settore turistico stagionale compatibile con le gestioni delle imprese». Aggiunge Pasini: «Da qui la consapevolezza di come imprese e sindacati possano e debbano chiamare in causa i vari livelli istituzionali: governo, regioni, comuni, a sottoporre loro una serie di richieste per rendere più appetibile e garantito il lavoro stagionale nel turismo».
All'esecutivo si chiede di incidere sulla riduzione del cuneo fiscale (punto centrale), decontribuire parte della retribuzione, ripensare il ruolo delle scuole come atto propedeutico all’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. E in particolare rilanciare l'apprendistato (oggi vietato ai minorenni), con formule che consentano un inserimento graduale ma vero dei giovani nel mondo del lavoro. Altro tema è riportare l’indennità di disoccupazione (oggi Naspi) ai livelli pre legge Fornero e rendere più invitante il lavoro stagionale.
La Regione Emilia Romagna potrebbe svolgere un ruolo nel favorire accordi con le istituzioni scolastiche volti a dare incentivi ai giovani che accettino di lavorare nel turismo (crediti formativi nelle università, regolamentazione dei tirocini estivi e altro).
A Comuni e Province si caldeggia di approvare norme a favore della riqualificazione delle strutture, alzandone qualità e livello e di conseguenza aumentare la redditività delle imprese con benefici a cascata anche per i lavoratori. Tenuto conto che un'impresa turistica mediocre, senza motivi validi di fare investimenti, senza possibilità di adeguare i prezzi difficilmente potrà creare benessere e condizioni migliori di lavoro. Gli albergatori sottolineano di aver bisogno di riqualificare, investire e modernizzare le strutture. «Pertanto i Comuni sono fondamentali in questa direzione - afferma Pasini - in quanto possono intervenire con atti, normative e indicazioni specifiche. Prezzi più idonei significa avere la possibilità di rivolgersi a un mercato con maggiore capacità di spesa, anche nell’extra alberghiero.E qui si inseriscono migliori condizioni di lavoro per il proprio personale, con collaboratori più formati e qualificati».