Cesena, per il caro energia le piscine valutano chiusure invernali
Tra i gestori delle piscine, che si tratti di impianti privati o di strutture pubbliche, c’è grande preoccupazione e la consapevolezza che le difficoltà sono ben più grandi della capacità di azione dei singoli. Il tema è quello degli aumenti folli dei costi energetici e nel settore sportivo le piscine sono tra le realtà più duramente colpite.
Si tratta di preoccupazioni che trovano la loro fondatezza nei numeri: «A luglio il costo della luce è più che triplicata, comincia Thomas Montesi, titolare dell’impianto di Ronta. «Siamo passati dai 2000 euro del 2021 ai 6800 di quest’anno». E Montesi sa di essere tutto sommato fortunato: «Noi possiamo contare su un impianto fotovoltaico da 90 chilowatt, lavoriamo solo di giorno, quindi in estate non dobbiamo provvedere all’illuminazione, ma d’inverno la resa è minore e i consumi crescono». L’estate è un buon periodo anche perché si consuma meno gas: «Il poco che usiamo lo usiamo per le docce. Il grosso del problema sarà nei mesi freddi. Io ho una tariffa bloccata, anche in questo caso mi sento fortunato perché grazie a una botta di fortuna lo scorso anno sono riuscito a fissare la tariffa a 0,75 centesimi, quando oggi il metano viaggia a 1,40 al metro cubo, ma a ben guardare spendo comunque il triplo: nel 2020 lo pagavo circa 20 centesimi». La proporzioni degli aumenti è tale che anche volendo è difficile immaginare di riuscire a scaricarli sul consumatore finale. Altrettanto ristretto è il margine di azione sul lato del taglio dei consumi: «L’acqua in inverno va scaldata e la normativa impone che l’ambiente abbia una temperatura superiore a quella dell’acqua». Le prospettive non sono incoraggianti: «Ci stiamo confrontando tra gestori e se non cambia qualcosa stiamo seriamente valutando di chiudere nei mesi più freddi da dicembre a febbraio».
Ha una prospettiva più ampia ma non per questo più incoraggiante Gabriele Corzani, presidente dell’Around Sport, società che gestisce sette strutture tra piscine comunali e parchi acquatici. «Attualmente l’energia elettrica è cresciuta di 4 volte, il metano di cinque. Per un impianto medio piccolo come può essere la piscina di Cesenatico che in media spende 160-170mila euro all’anno significa spendere 3-400 mila euro in più; per un impianto grande come la piscina comunale di Forlì o quella il Seven di Savignano, che mediamente spendono 240-250 mila euro annui, significa spendere oltre 600mila euro in più. Così la situazione non è sostenibile». Ad Atlantica, uno dei parchi acquatici che gestiscono, «La bolletta di luglio dell’energia elettrica storicamente era tra i 17 e i 18 mila euro, quest’anno è di 80mila euro».
I ragionamenti si complicano ulteriormente quando si gestiscono impianti pubblici: «Abbiamo già cominciato una serie di incontri con le amministrazioni - racconta Corzani -, in questi giorni siamo impegnati a fare calcoli e proiezioni per capire quali misure proporre e quale impatto avrebbero per mitigare questa situazione, ma non è facile. Le amministrazioni dovranno almeno parzialmente farsi carico dei costi aggiuntivi, ma anche i Comuni stanno affrontando lo stesso problema». Nel frattempo, prosegue Corzani, «Abbiamo cominciato a incontrarci anche come Piscine Emilia-Romagna, l’associazione dei gestori di impianti. Stiamo valutando tante ipotesi, compresa quella, nel caso peggiore, di fare scioperi a oltranza, ma al momento siamo in cerca di soluzioni per poter continuare a lavorare».
Impensabile trovarle da soli: «Serve un intervento del governo, serve il tetto al prezzo del gas di cui tanto si parla, e servono aiuti. La Regione Emilia-Romagna aveva fatto un bando, ma è tarato gli aumenti che c’erano stati ad aprile e nel frattempo la situazione è peggiorata ancora. Aggiungo che forse più che il 110%, che ha consentito a chi già aveva i soldi di sistemare la seconda e la terza casa, avrebbe avuto più senso investire nell’efficientamento degli edifici pubblici, piscine comprese». Tra gli scenari che mette in conto anche quello di lavorare ad un radicale cambio di abitudini: «Forse dobbiamo cominciate a pensare a fare le ferie d’inverno invece che d’estate. Nel nostro caso il risparmio sarebbe notevole se si pensa che dei 100mila metri cubi di gas che costituiscono il nostro fabbisogno, 75mila li consumiamo da dicembre a marzo».