Cesenatico, ancora fermo il servizio “Abiti usati per i poveri” di Caritas: «Manca lo spazio»

La Caritas non è più in grado svolgere il servizi di distribuzione degli abiti usati, nonostante i depositi (di fortuna) ne siano pieni così i poveri che li chiedono se ne vanno a mani vuote. È quanto avviene da quando dal primo marzo scorso la Caritas cittadina si è trasferita dalla sede provvisoria della vecchia ex scuola comunale di Villamarina in un’ala dell’antico convento della chiesa dei Cappuccini di Cesenatico, oggi passato di competenza alla Diocesi di Cesena-Sarsina.

La nuova sede

Nel vecchio convento di Largo Cappuccini la Caritas, negli ambienti messi a disposizoine ha riallestito il centro e riattivati i servizi precedentemente svolti nell’ex scuola di via Leone. Ancora non sono ripartiti il servizio docce e il servizio lavanderia per i poveri, anche qui per scarsezza di ambienti adeguati (per il primo si starebbe tuttavia provvedendo). Si è realizzato invece il servizio mensa, in quello che era il refettorio dei frati. Trasferendo qui, dai locali della parrocchia di San Giacomo, la distribuzione dei pasti, tutti i giorni, per 365 giorni all’anno, grazie all’impegno delle parrocchie e volontari (una 50ina). Se ne somministrano una media di 40-45 al giorno. Il numero tuttavia varia in base ai periodo dell’anno: scendono durante il periodo estivo quando per le persone è più facile trovare una qualche forma di occupazione e lavoro. Così come si tiene nell’ex convento l’attività di Primo ascolto e accoglienza e la fornitura del pacco alimentare ai poveri. Quest’ultimo in genere con cadenza quindicinale, ritirato da venti/venticinque di famiglie.

Servizio guardaroba in attesa

Tra i servizi che non è stato possibile ripristinare c’è anche quello della distribuzione degli abiti usati e, contattato, a confermare le difficoltà è il responsabile Caritas Valerio Navarra. «Ci vengono richiesti abiti, magliette, giacche, pantaloni, biancheria in buono stato, tuttavia da quando siamo qui non siamo in grado di darli. Nella precedente sede di Villamarina avevamo allestito un guardaroba - spiega Navarra - che di volta in volta le volontarie e i volontari addetti, sulla base delle esigenze, delle misure e taglie delle persone rifornivano. Oggi questo materiale è infilato dentro a dei sacchi, riposti in più depositi. Senza più essere in grado di raccoglierne da chi ce li portava da dare ai bisognosi. Così abbiano detto ai volontari di rimare a casa, per via dell’indisponibilità di spazi per svolgere anche questo servizio sempre richiesto». «La speranza – aggiunge - è di poter ripristinare presto questo servizio, sia perché ce ne è bisogno, sia per non fare irrimediabilmente deperire quello che abbiamo, che potrebbe tornare utile a molte persone».

Una possibile soluzione

C’è da dire che sempre nell’ala del Convento, un tempo dei cappuccini, oggi occupato dalla Caritas, si potrebbero ricavare altre spazi da adibire alla consegna dei vestiti. Uno di questi potrebbe essere quello dove una volta alla settimana per alcune ore è aperto al pubblico il mercatino delle Terziarie di San Francesco. Potrebbe, durante alcuni giorni della settimana servire a superare almeno l’emergenza senza che tutto quel vestiario accumulato e stipato in depositi stracolmi vada a male, e diventi irrimediabilmente da gettare.

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