Cesenatico: si cercano soluzioni nuove per l'ex lavatoio

Due eventi in autunno per fare rivivere l’ex lavatoio. Così si torna a parlar di un progetto di recupero attraverso risorse dell’Unione Europea, dopo l’occasione “sprecata” una dozzina d’anni fa, quando un’impresa salernitana si aggiudicò i lavori, senza mai portarli a termine. Con la conseguenza che ancora oggi la struttura, edificata nel 1912 e ubicata in viale Cecchini, è inaccessibile Progettata dell’urbanista cesenate Amilcare Zavatti, vissuto dal 1869 al 1939, per l’epoca era di concezione avveniristica.

Per almeno una parte dell’edifico si sta pensando ora a un collaudo dell’esistente, per far sì che il prossimo autunno possa ospitare due eventi spot. Serviranno a valutare il grado di riuscita e il livello d’empatia del pubblico.

Resta però ancora da chiarire, nel caso in cui si riprendessero i lavori di restauro e rimessa a nuovo, quale sarà l’utilizzo dell’ex lavatoio fornito di camera di sterilizzazione a vapore. L’idea è quella di farne uno spazio per iniziative culturali, concerti, performance di arte contemporanea.

Sarebbe in linea con gli obiettivi del progetto “Revival-Revitalization and reuse of the lost heritage in the Adriatic landscape”. Ha lo scopo di trasformare il patrimonio edilizio dismesso ma di valore testimoniale in una leva e in un contenitore per l’attrazione culturale e turistica e la realizzazione di eventi.

Il Comune di Cesenatico è partner di questo progetto, cofinanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Croazia dell’Unione Europea, assieme ai Comuni di Forlì, Campobasso e Pesaro, e, in Croazia, quelli di Fiume e Zara, l’Agenzia coordinamento e sviluppo della Contea di Spalato Dalmazia e l’Università di Zara.

Per il momento, c’è l’intenzione di avviare una serie di interventi necessari a mettere in sicurezza la parte anteriore della struttura e di pulire l’area esterna, così da poterla renderla agibile. In pratica, si pensa di mettere mano alla porzione di ingresso con le due casette laterali, mentre la parte centrale resterà visibile solo dietro le vetrate. Sono in corso incarichi per valutare la fattibilità per quel che riguarda gli impianti elettrici e termici.

Inoltre, andrà effettuato un collaudo statico dell’esistente, circoscritto a far sì che fra settembre e ottobre si possano organizzare in quei locali due eventi spot e poi decidere i passi successivi da fare in base ai risultati che avranno quelle iniziative. Per programmarle potrebbero arrivare nuove risorse impiegabili per sistemare la struttura.

Insomma, la nuova strada per riqualificare il vecchio complesso del lavatoio pubblico potrebbe passare, ancora una volta, dai fondi Ue.

I precedenti tentativi di recupero edilizio del lavatoio, iniziati fin dal 2011, furono un disastro. Probabilmente il nuovo stanziamento previsto non basterà a sistemare, bonificare e rimediare ai danni che la ditta di Salerno fece. Tra l’altro, fu anche sottoposta serrate indagini da parte della guardia di finanza campana per presunte altre irregolarità. I lavori di allora furono finanziati con 1 milione di euro di fondi europei. In un primo tempo si ipotizzò che il 70% delle opere fossero state ultimate e quindi si provò a coinvolgere nuove imprese per ultimare il lavori. Ma non ci si riuscì, anche perché si accertò che gli infissi presentavano fessure e le grandi pareti invetriate erano fuori asse, non allineate, rimaste sollevate da terra. Insomma un gruviera di lavori non solo non ultimati ma mal fatti. In più, l’Ordine degli ingegneri di Forlì-Cesena nel 2015 sollevò rilievi critici sul criterio del massimo ribasso adottato nel bando e sull’incarico dato al coordinatore della sicurezza. Due tecnici furono rinviati a giudizio ma furono alla fine assolti.

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