“Radio Soccorso”, i volontari della protezione civile cercano rinforzi. Alla fine del prossimo mese saranno trent’anni di attività al servizio della comunità, a far fronte comune durante le emergenze; a intervenire e soccorrere in caso di calamità.
Di questi impieghi e interventi ce ne sono stati davvero tanti per Radio soccorso Cesenatico, soprattutto nel corso delle innumerevoli alluvioni, allagamenti ed esondazioni. Una realtà che attualmente conta in organico una trentina di volontari; iscritta al servizio di protezione civile nazionale, regionale e in convenzione con il Comune. Ora però ci sarebbe bisogno di nuove forze, energie, risorse umane, anche per dare il cambio, o almeno per alleggerire quanti cominciano a sentire il peso dell’età.
Giuseppe Astolfi, presidente di Radio Soccorso Cesenatico fa il punto: «Il 30 marzo di quest’anno saranno trent’anni di attività. Sempre impegnati nelle emergenze e a servizio della comunità. Stiamo cercando nuove adesioni, nuovi volontari nel servizi di protezione civile. Non lo nascondo, abbiamo bisogno di forze giovani a cui fare assegnamento. Di persone da qualificare in modo da avere un ricambio oggi e ottime basi ed energie per il futuro». Illustra cosa serve: «Servono volontari in grado di dare una certa disponibilità, in grado di supportare, alleggerire, talvolta di prendere il posto di chi ha bisogno di essere avvicendato per ragioni anagrafiche».
Per essere un operatore della protezione civile volontaria occorre «Essere maggiorenne e poco altro ancora. Si farà un corso base per conoscere le norme e le forme di sicurezza, sapere i sistemi di protezione individuale e poi si potrà anche scegliere di prendere parte a quelli avanzati di perfezionamento che servono a specializzarsi in alcuni ruoli a seconda anche dell’inclinazione: dalle radio comunicazioni ai servizi di segreteria, dall’uso della strumentazione elettropompe, movimento terra, antincendio, all’utilizzo degli automezzi, dal monitoraggio costiero e corsi d’acqua all’allestimento delle strutture e cucine da campo». Motiva il presidente Astolfi: «Credo rappresenti per chiunque un’esperienza. Non occorrono doti particolari. È una scelta formativa per ogni persona. Imparare a comportasi in caso di emergenza, come operare in caso di calamità, con quali altre strutture rapportarsi e lavorare a stretto contatto. Si impara a coordinarsi, a lavorare in gruppo, a soccorrere quanti hanno bisogno, ad aiutare la propria comunità. Si stringono nuovi contatti e amicizie. Si apprende a fare squadra».