Cesenatico, piano anti-gabbiani bloccato: si punta su finti rapaci

Cesena

I gabbiani reali tornano a prendere dimora sulle case per nidificare e assieme a loro, giorno dopo giorno, crescono le proteste per le molestie che arrecano. Ma il Piano regionale di contenimento, pur blando, è ancora bloccato, perché si aspetta che vengano fornite le annunciate integrazioni. In questi giorni i grossi volatili si mostrano solerti nel mettersi a costruire voluminosi nidi, che mantengono per gran parte dell’estate, usando quanto trovano rovistando ovunque tra i caseggiati. Da tempo hanno abbandonato la vita del mare per la comodità delle città costiere e, oltre ad avere dalla loro un'ottima adattabilità a condividere gli spazi umani, possono contare sulla legge, che li tutela come specie protetta. Per questo motivo, in mancanza di disposizione o deroghe, i Comuni non possono prendere di loro iniziativa altre misure di contenimento, a parte gli inviti alla popolazione a non abbandonare cibo nei cassonetti dei rifiuti, a non dare da mangiare ai gabbiani o a utilizzare qualche meccanismo per dissuadere le coppie a nidificare sui tetti.

In passato a Cesenatico erano state fornite indicazioni su specialisti inseriti in un elenco accreditato a cui ci si poteva rivolgere per interventi di rimozione dei nidi o anche delle uova non ancora schiuse in pulli. Fin dai primi giorni di febbraio, ancora una volta, i sindaci di Cesenatico e Cervia avevano chiesto congiuntamente alla Regione di fornire loro un “piano di contenimento” del gabbiano reale in città. Il 16 febbraio, dopo avere fornito indicazioni di massima, la Regione ha chiarito che per attuare questo piano c’era bisogno di recepire modifiche richieste dal Ministero dell’Ambiente e da Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Ma fino a oggi di queste integrazioni non si è avuta notizia, benché si sia agli sgoccioli per l'inizio della nuova stagione di nidificazione. Nella prima riposta data, la Regione ha fatto menzione di «metodi ecologici non cruenti di prevenzione e dissuasione». Questo escluderebbe la possibilità di salire sui tetti e lastricati e raggiungere terrazze e solai per asportare i nidi e le uova. L’assessore regionale all'Agricoltura, Alessio Mammi, ha ricordato che lo scorso novembre Ispra non ha rilasciato parere favorevole. «Per questa ragione - ha precisato - sarà avviato un ulteriore dialogo con l’Istituto, per giungere a un documento tecnicamente condiviso, che possa essere approvato prima della stagione estiva».

In attesa di sviluppi, sembrano al momento funzionare abbastanza bene, dove sono state collocate, le sagome di uccelli rapaci piazzate sue tetti. La sola presenza degli stampi fanno stare alla larga i gabbiani reali, che in natura non hanno competitori, sono onnivori e sono voraci di pulli e nidiacei di altre specie d’ uccelli che scova su tetti e in aree umide come canali e saline».

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