Cesenatico, pesca minacciata dal rischio di un taglio del 15%

Cesenatico

I pescatori di Cesenatico mettono in archivio un anno difficile, ma tutto sommato sono riusciti a mantenere un buon livello di produzione. Preoccupa, però, la nuova riduzione del 15% dell’attività in Adriatico, paventata per il 2021 dalla Commissione pesca a Bruxelles. Contro questa previsione hanno fatto scudo Paesi come Italia, Francia e Spagna e negli ultimi giorni circola insistente la voce incoraggiante che questa percentuale sarà rivista al ribasso. Il settore della pesca in Emilia Romagna è rappresentato da 550 battelli, dallo strascico e alle volante fino alla pesca da posta e alle turbosoffianti, a cui vanno aggiunte barche e imprese nel distretto di Goro e Comacchio, dove c’è l'acquacoltura. Il valore di produzione complessivo del comparto è stimato in 150 milioni di euro annui. Sergio Caselli, in rappresentanza di Alleanza Cooperative Pesca, contesta il taglio del 15% ipotizzato: «Ci stiamo avvicinando alla famosa soglia dei 100 giorni di pesca all’anno, al di sotto della quale c’è il rischio che vengano meno le condizioni economiche per continuare l’attività». Ildirettore della cooperativa “Casa del pescatore” di Cesenatico, Mario Drudi, premette che negli ultimi 15 anni la flotta peschereccia in Italia, un po’ per le demolizioni, un po’ per le difficoltà incontrate, si è praticamente dimezzata. E ogni anno arriva una riduzione delle giornate di pesca: «Dopo aver imposto nel 2019 una riduzione dello sforzo di pesca dell’8%, per una dozzina di giornate, nel 2020 se ne è aggiunta un’altra del 10%, che significa grosso modo altri 13-15 giorni in meno. Oggi la proposta iniziale era stata tagliare per il 2021 un altro 15%, equivalente ad altri 15-20 giorni». Però sembra essersi aperto uno spiraglio, dopo una serie di confronti e una riunione dei ministri fatta in sede comunitaria il 15 e 16 dicembre per ragionare appunto delle proposte fatte dalla Commissione pesca europea. «La ministra Bellanova - fa sapere Caselli - ha tenuto una posizione che noi riteniamo positiva. Ha fatto sue le argomentazione che le associazioni della pesca italiane, francesi e spagnole hanno sostenuto Si parla di una mediazione attestata sul 7,5%. Facendo la somma degli tagli degli ultimi tre anni, siamo comunque già al 25%, nonostante negli ultimi vent’anni il volume del pescato sisia dimezzato».

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