Cesenatico, fine fermo: tornano in mare anche le barche a strascico

Cesenatico

Concluso il fermo pesca, a partire da domani le barche a strascico tornano a gettare le reti in mare. Lo stop temporaneo e obbligatorio per dar modo al pesce di riprodursi e accrescere di taglia era iniziato sabato 31 luglio e ha interessato le barche che praticano il mestiere della pesca con reti a strascico, divergenti, sfogliare e rapidi. Il decreto del Ministero delle Politiche Agricole ed Alimentari ha ricalcato nelle sue decisioni quanto lo scorso anno era stato fatto per i compartimenti marittimi da Trieste ad Ancona. Già da lunedì scorso hanno invece ripreso l’attività le barche che effettuano la pesca “a volante” a coppia per la cattura del pesce azzurro (alici, sarde, papaline, sgombri) e altre specie pelagiche. Anche per loro c’è stato il fermo obbligatorio per tutto il mese di agosto e ne dovranno fare un secondo tra dicembre e gennaio. Anche durante il periodo di fermo obbligatorio 2021 non ha subito alcuno stop la “pesca costiera”, quella cioè che utilizza strumenti da posta, quali reti fisse, cogolli, nasse per seppie e canocchie, praticata dai barchini. Idem l’attività di pesca delle vongolare, effettuata dalle barche che montano draghe idrauliche. È invece oramai agli sgoccioli la stagione di produzione e commercializzazione di mitili nostrani, allevati in mare aperto negli impianti di maricoltura. Il prossimo “raccolto” è previsto nell’anno nuovo, a partire da febbraio-marzo. Per le vongole è ripresa da pochi giorni l’attività di pesca con draga idraulica, dopo un periodo di fermo da fine maggio e fine luglio. Le barche a strascico interessate al fermo pesca a Cesenatico sono poco meno di 40, mentre in Emilia Romagna sono circa 200 e nell’area Gsa 17, che si estende fino ad Ancona, 700. Per quanto riguarda la pesca “a volante” a coppia, lungo l’intera costa della regione sono in attività meno di 20 barche: 4 coppie a Cesenatico, una a Cattolica, 3-4 a Porto Garibaldi, 2-3 a Goro. Adesso entra in vigore il cosiddetto fermo tecnico, quando cioè si ritorna in mare a pescare, una volta concluso il periodo di fermo pesca obbligatorio. Da Trieste ad Ancona, dal 6 settembre fino al 14 novembre, i pescatori potranno optare se pescare per tre giorni la settimana, oppure per 4 giorni, non superando tuttavia il tetto delle 60 ore. Sono stati ridotti, invece, gli ulteriori giorni aggiuntivi di fermo per i soli compatimenti compresi tra Trieste ad Ancona. Il che significa che per barche fino ai 12 metri di lunghezza saranno 9 i giorni ulteriori di stop, e non più 14 come in precedenza e per le barche fino a 24 metri saranno 13, anziché 18. Da San Benedetto del Tronto a Termoli il fermo pesca iniziato il 16 agosto e si concluderà il 4 settembre. Scendendo più a sud, da Brindisi a Gaeta il fermo avrà inizio il 6 settembre e durerà sino al 5 ottobre. Nel Tirreno, da Roma a Civitavecchia, proseguirà sino all’11 ottobre, e da Livorno a Imperia fino al 2 novembre. Questo calendario variegato mira a consentire ai mercati all’ingrosso e al dettaglio, all’intera filiera ittica e al consumo sulle tavole di avere la possibilità di essere riforniti il prodotto pescato in Italia.

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