Cesenatico, crisi nera per le vongole: spunta stato di agitazione

Cesenatico

Pesca delle “poverazze”: un disastro da Goro a Cesenatico. Nonostante il fermo pesca di due mesi e le “prove tecniche” di ripopolamento in mare, le vongole non crescono e quando va bene restano “nane”. Sono sotto misura, invendibili nella rete di distribuzione commerciale.

Le 18 barche aderenti al consorzio Cogemo di Ravenna (10 turbosoffianti a Cesenatico, 2 a Marina di Ravenna, 6 a Goro), sono costrette all'inattività e raggranellano una miseria. Quando poco più a sud, le 38 barche del Cogemo di Rimini, che pescano sotto costa da Cesenatico a Cattolica arrivano a guadagnare fino a tre volte di più.

Stato di agitazione

Lo sfogo del giovane presidente del Cogemo di Ravenna, Manuel Guidotti, è sconsolato. Prevede a giorni lo stato di agitazione: «La nostra situazione è drastica. Gran parte delle vongole che peschiamo non arriva a 22 millimetri, limite per poter essere vendute. Appena pescate sotto questa taglia le rigettiamo in mare. Sapendo però che non riusciranno a crescere comunque. La situazione che si ripresenta è vicina a quella del settembre 2020. Abbiamo effettuato il fermo pesca di due mesi a maggio e giugno; per 5 mesi abbiano provato a seminare il mare di vongole. Nulla da fare. Le ripeschiamo altrettanto minuscole. Con guscio diventato scuro e attaccato dai denti di cane».

Il problema indennizzi

La Regione ha stanziato 400mila euro di indennizzi a fronte dell’eccezionale fenomeno della moria a settembre 2020. «A 14 mesi di distanza dal bando siano ancora in attesa. Un bando indennizzi esteso a tutta la regione, quindi anche alle barche del Cogemo di Rimini, che ne hanno fatto domanda e che non mi pare abbiano subito danni, visto che là, dove noi non possiamo andare a pesca, di vongole ce ne sono in abbondanza».

Le zone di pesca

«Il nostro problema però non sono i soldi degli indennizzi, ma il lavoro. Poter pescare nelle acque antistanti l'intera l'Emilia Romagna. Non chiediamo assistenzialismo». La richiesta sollecitata al ministero, alla Regione, ai colleghi “riminesi” che non se ne danno per inteso, è condividere la pesca all'intera Regione e di dar luogo a un unico consorzio. «Per pescare vongole ci separa una linea immaginaria. Dove da una parte si fa la fame, dall'altra si lavora e si guadagna. In Emilia Romagna abbiamo 54 vongolare per due consorzi separati: 38 a sud pescano e lavorano, 18 a Nord no. In tutto il Veneto le barche sono 177 e nelle Marche ben 205. Il problema poi si porrebbe per una dozzina di barche appena, dato che quelle di Goro non si spingono oltre il ferrarese».

I ricavi

Per questa dozzina barche la situazione si fa sempre più critica: svalutato il valore delle imbarcazioni, destabilizzata la produzione, a rischio l'attività di una quarantina di persone con il personale che cerca occupazione altrove. «Se va bene, una nostra barca fa 7mila euro di ricavi lordi al mese, dove chi pesca più a sud ne fa 20mila di euro. E ci dobbiamo togliere il costo del carburante, gli stipendi, le spese per la barca».

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