Cesenatico, case abusive nell'ex hotel: scambio di accuse

Cesenatico

Imputati, ma anche a loro dire truffati. È stato un coro quello ascoltato nell’udienza di ieri nel processo sull’ex albergo Riviera, in via del Porto, trasformato in una palazzina vista mare, senza però che ne avesse i requisiti legali, essendo catalogata come casa-vacanza. A parlare sono stati, tra gli altri, Alessandra Rabitti, Vincenzo Gotti, Mauro Berantelli, alla sbarra insieme al costruttore Vittorio Tosi, a Maria Letizia Piepoli, Mauro Armuzzi, Laura Pepoli, Sandra Versari, Sonia Iuorio, Vanessa Pepoli, Enzo Montagnani e Patrizia Grandi, oltre alla commercialista Maria Chiara Scardovi. Qualcuno si è lasciato andare alle lacrime per quell’investimento fatto coi risparmi di una vita ora sotto sequestro. Tutti hanno manifestato rabbia pensando che da anni stanno pagando Imu, Consorzio di bonifica e altre tasse sulle proprietà, oltre ad allacciamenti di luce e gas, senza potere mettere piede nelle case.

Il documento

Tutti pronti a puntare l’indice non solo verso il costruttore Vittorio Tosi, ma anche contro la commercialista Maria Chiara Scardovi, rea - secondo gli acquirenti-imputati - di aver fatto firmare, tra i documenti del rogito, ma a loro insaputa anche una liberatoria con la quale i compratori riferivano di essere stati portati a conoscenza della divergenza tra casa-vacanza e appartamento. Proprio la commercialista, che era stata sentita nella precedente udienza per 5 ore, tornerà tra i testimoni nella prossima udienza, fissata per il 18 novembre, per essere contro esaminata dal suo legale Marco Martines. Dopo di lei toccherà ad altri testimoni. Ieri è stata la volta del “j'accuse” degli imputati, a loro volta parti offese in altre cause pendenti contro il costruttore Tosi per quegli appartamenti che si affacciavano sul porto canale di Cesenatico, ma che non sarebbero potuti diventare le loro abitazioni. Particolare non da poco per chi ha sborsato cifre anche ingenti e che, secondo quanto riferito in aula, era stato tenuto all’oscuro di questa impossibilità. La commercialista sapeva, anche perché erano stati fatti dei sequestri nel suo studio, che su quella palazzina con lo striscione “vendesi appartamenti” qualcosa non andava, eppure i rogiti sono proseguiti e all’ultimo acquirente, come ha riferito lui stesso in aula, ha anche fatto i complimenti per il “bell'acquisto”. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Nicola Mazzacuva, Giovanni Principato, Andrea Romagnoli, Fabio Nicolicchia, Antonio Carullo, Marco Martines, Claudio Valgiusti, Loretta Loretti, Luca Mazzanti, Carlotta Mattei e Cesare Francia.

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