Cesenatico, botte alla compagna incinta: 45enne a processo

Cesenatico

Anche davanti a sua figlia (ancora minorenne) ed al primo figlio nato dal rapporto con il nuovo compagno (piccolissimo), incinta di un terzo figlio, veniva insultata nei peggiori modi e picchiata, senza dar peso ai danni che potevano essere provocati anche alla creatura che stava nascendo.

Un cesenaticense di 45 anni (di cui non possiamo riportare le generalità per non far capire immediatamente chi sia anche la vittima di questa situazione) è accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni per aver sottoposto a continue vessazioni verbali e fisiche quella che fino al 2018 era la sua nuova compagna.

Una donna con una precedente storia alle spalle: dalla prima unione aveva avuto una figlia, all’epoca dei fatti ancora minorenne. E che con il 45enne ora alla sbarra nell’aula dl giudice Elisabetta Giorgi, aveva avuto un secondo figlio, piccolissimo, ed era in attesa di un nuovo nato.

Le accuse formulata dalla procura (in aula il pm era Marina Tambini) nei confronti dell’uomo (difeso dall’avvocato Luca Bertuccini) spiega come la vittima (tutelata per parte civile dall’avvocato Raffaele Pacifico) sarebbe stata sottoposta ad una serie di atti lesivi della sua integrità fisica e morale, costretta a subire violenze verbali e fisiche. In diverse occasioni lui la percuoteva dandole schiaffi, calci, tirandole i capelli, lanciandole addosso oggetti vari, afferrandola per il collo ed in testa, spingendola e facendola sbattere contro il finestrino o il cruscotto dell’autovettura, spintonandola e facendola cadere a terra, sbattendola contro i mobili di casa e rivolgendole frasi ingiuriose (“prostituta, vergognati che sei una madre”). Il tutto chiamando la sua compagna e la figlia di lei “scarti dell’ex coniuge” e chiedendole di andarsene dalla casa di convivenza. La donna era ridotta ad uno stato di soggezione e timore, anche per la sua incolumità fisica. Il tutto fino a quando, umiliata e percossa più volte anche da incinta e davanti ai figli, ha deciso di rivolgersi ai carabinieri e denunciare le violenze patite.

Ieri il processo si è aperto con le testimonianze di alcuni vicini, della madre di lei e della sua sorella. Che hanno confermato le liti e le pressioni psicologiche che arrivavano alla vittima: costretta anche a vestirsi come indicava il suo nuovo compagno nei momenti topici di violenta gelosia. Il processo è stato aggiornato alla prossima metà di marzo. Quando verranno ascoltate nuove testimonianze sugli episodi violenti contestati.

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