Cesenatico, beni demaniali dallo Stato ma il Comune deve pagare

Il ministero dell’Economia e Finanze “fa cassa” coi Comuni. A Cesenatico con i beni ricevuti nel 2015, a seguito del Federalismo demaniale, la richiesta fatta e calcolata dal ministero è di un rimborso di 661mila euro. A titolo di canone per mancato godimento dei beni trasferiti a suo tempo dallo Stato. Sono all’incirca 80mila euro annui di arretrati che Cesenatico deve pagare. Da allora e per gli ultimi otto anni fino al 2023.

Dal prossimo anno, invece, il Comune per godere di quei beni trasferiti perlopiù nel 2015, nell’ambito del cosiddetto Federalismo Demaniale, dovrà sborsare la “sola” somma di 80mila euro. Tutto questo sulla base del decreto legislativo del maggio 2010 che stabiliva il processo di trasferimento a titolo gratuito di tutta una serie di beni, strutture, terreni e immobili, lidi demaniali del patrimonio dello Stato agli enti territoriali. Fu questo il primo provvedimento, in ordine di tempo, in attuazione del Federalismo fiscale dell’anno precedente, che stabiliva principi e criteri per l’individuazione e l’attribuzione a titolo non oneroso, a Comuni, Province, città metropolitane e Regioni, del patrimonio dello Stato in disuso, inutilizzato, infruttuoso, bisognoso comunque di interventi di recupero e riutilizzo.

Il trasferimento dei beni statali comporta in linea di massima per l’ente locale beneficiario, di procedere verso il recupero e la valorizzazione funzionale. In questo modo e su base di legge, passarono al Comune di Cesenatico, l’ex minigolf di via Cesare Abba, divenuto oggi parco Manzoni adibito a bar, piccola ristorazione, area all’aperto per bambini e intrattenimento; l’ex colonia Aiuti internazionali di viale Carducci, oggi Scuola regionale Ial di ristorazione, con annesso un esteso fabbricato inutilizzato, sito lungo la spiaggia e in stato di degrado; l’ex torre dell’aviazione a Sala; alcuni frustoli di terreni ex demaniali e stradelli. Mentre più di recente è stata acquisita al patrimonio comunale anche l’area del Kursalino con affaccio su viale Trento. Si tratta di un patrimonio cospicuo ma a parte un paio di casi tale da non giustificare appieno da parte del Comune di sostenere un “canone” al ministero di 80mila euro annui.

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