Cesenatico: appelli per un piano strutturale di dragaggio del porto

Dragaggio in rete. Ora sono le organizzazioni della pesca a chiedere in alla Regione un piano programmato di lungo periodo per il dragaggio di tutti i porti.

Richiesta iniziata a Cesenatico dalla Cooperativa “Casa del Pescatore” che l’ha caldeggiata, attraverso l’uso per le risorse del Recovery fund, e che ora è fatta propria da tutte le rappresentanze sindacali delle marinerie. Nella consapevolezza che i porti pescherecci, quelli lungo la costa che vanno da Goro a Cattolica (con particolare riferimento alla Romagna) versino più o meno tutti nelle stesse difficoltà di navigabilità e insabbiamento dei fondali.

Perciò è stato sollecitato un incontro urgente con l’assessore regionale alla Mobilità, Trasporti, Infrastrutture Turismo e Commercio Andrea Cosini e con il collega all’Agricoltura e Pesca Alessio Manni.

Incontro urgente

Agci Agrital Emilia-Romagna con Patrizia Masetti, Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna con Vadis Paesanti e Legacoop Agroalimentare NordItalia con Cristian Maretti hanno sottoscritto la richiesta di incontro sulla questione; preso atto che a causa dei fondami depositati nei porti regionali (escluso Ravenna che ha valenza nazionale) non permettono l’accesso e l’uscita delle imbarcazioni dal posto di ormeggio.

«La profondità degli specchi acquei solo in talune parti supera i due metri e soprattutto durante il periodo delle basse maree si riduce ancora di più».

Viene posta l’attenzione come i fanghi, quasi sempre stratificatisi nel fondale siano ritenuti rifiuti speciali (a parte i sedimi presenti all’imboccatura dei porti), e come tali da smaltire in discariche abilitate. La campionatura di fanghi, da farsi prima dei dragaggi, quasi sempre marca la presenza di idrocarburi e metalli pesanti. «A nostro parere - sollecitano le organizzazioni di pesca - siamo difronte ad un’emergenza rispetto alla quale sarebbe opportuno che la Regione Emilia Romagna predisponesse un programma di interventi strutturali. Affinché si possa garantire una batimetria sufficiente di 4-5 metri».

La conclusione raggiunta è che: «L’attività di manutenzione ordinaria delle draghe fatta in questi anni, è risultata enormemente insufficiente» . Si fa notare come la batimetria media registrata perlopiù nei porti, sia in entrata che nelle aree di ormeggio, vada da un minimo di un metro a un massimo di 2. «In queste condizioni - si dice - oltre alla normale funzionalità della navigazione ci sono enormi problemi di sicurezza».

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