Cesenate morto in mare: la perizia fa chiarezza su due punti

Cesena

La relazione del perito fuga ogni possibile dubbio sulla morte di Davide Pastorelli, il 46enne cesenate sparito tra le onde a Milano Marittima a metà pomeriggio del 27 agosto e il cui cadavere fu recuperato la mattina dopo.

I due responsi del perito

La consulenza disposta dal pubblico ministero Angela Scorza si è conclusa con due certezze: l’uomo è morto per annegamento, e quindi non per altre cause, per esempio per un malore precedente o per un trauma di qualche genere; nel suo organismo non è stata rinvenuta alcuna traccia di droga o altre sostanze che avrebbero potuto minare la sua integrità fisica.

Nessuna traccia di droga

Questo il responso di Matteo Tudini, l’esperto incaricato dalla pubblica accusa. Un responso che è importante per più di un motivo. Da una parte, esclude l’eventualità di alterazioni fisiche, che non poteva non essere presa in considerazione, anche perché in passato Pastorelli, i cui cari sono assistiti dall’avvocato Alessandro Sintucci, aveva dovuto fare i conti con qualche guaio legato a sostanze stupefacenti.

Le piste di indagine

Dall’altra parte, quella perizia finirà inevitabilmente per mettere le indagini su binari più precisi, che è facile immaginare. Sotto la lente degli inquirenti ci sono innanzitutto i proprietari del natante noleggiato, da cui Pastorelli si tuffò, senza più riuscire a risalire a bordo. Soprattutto andrà esaminato attentamente se l’imbarcazione fosse munita di tutti i dispositivi di sicurezza. Ma sarà senz’altro vagliato anche il comportamento tenuto dai due amici che erano assieme alla vittima durante quell’uscita in mare. Dopo avere perso di vista Pastorelli, fecero infatti rientro a riva, sperando - hanno riferito nell’immediatezza dei fatti - che il 46enne avesse fatto autonomamente rientro in spiaggia, a nuoto. Bisognerà capire se quella scelta non fu imprudente, e anche se una volta rientrati fu dato tempestivamente l’allarme.

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