“Vogliamo essere pagate come i colleghi maschi”: due giorni di sciopero delle lavoratrici della Sala Conta Battistolli a Cesena

Domani e dopodomani tornano a scioperare le lavoratrici della Sala Conta Battistolli di Cesena per chiedere retribuzione e inquadramento di livello adeguati e, soprattutto, equiparati a quelli dei loro colleghi uomini. La scorsa settimana le dipendenti hanno già incrociato le braccia scioperando per due giorni, nelle ultime due ore del turno. Lo sciopero, indetto da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil di Cesena, prosegue dunque anche questa settimana, con due giornate piene di astensione dal lavoro. “La vicenda della Sala Conta Battistolli ha dell’incredibile e ha tutte le caratteristiche di una storia di discriminazione basata sul genere, che parte da lontano, dal 2016, quando l’azienda decide di applicare due contratti diversi all’interno della stessa sede di lavoro: un contratto collettivo nazionale firmato dai sindacati più rappresentativi per i vigilanti e un contratto con meno tutele e firmato dalle sigle meno rappresentative per le dipendenti donne”, raccontano i sindacati.
Una “discriminazione” che ad ogni lavoratrice è costata in media 3.500 euro all’anno, una cifra che pesa soprattutto nelle famiglie monoreddito, quasi la metà tra le lavoratrici della Sala. La situazione non è migliorata nemmeno quando alle lavoratrici è stato applicato il contratto nazionale della vigilanza privata, perché le dipendenti sono state inquadrata con un livello ingeriore a quello dei colleghi, con una retribuzione che le porta a guadagnare quasi il 20% in meno dei ‘maschi’, aggiungono le sigle.