Verghereto, pale eoliche di 200 metri sul Monte Comero: «Pericolo per gli animali»


Una ricca presenza di animali selvatici sul Monte Comero, e i danni che rischia di produrre sul loro habitat la realizzazione di sei pale eoliche alte 200 metri, sono tra le principali preoccupazioni di chi si sta mobilitando per dire no a quel progetto. Tra di loro ci sono non solo amanti della natura in senso classico, ma anche chi più semplicemente pensa che l’ambiente vada salvaguardato, sia per rispetto delle altre forme di vita, sia perché ferirlo finisce per avere effetti negativi sugli esseri umani, anche quando a uno sguardo superficiale sembrano inesistenti e trascurabili.
Così, oltre che per il previsto taglio di porzioni di bosco per una superficie totale di 3.500 metri quadrati e di decine di singoli esemplari di grandi alberi, c’è una crescente agitazione per il destino della fauna stanziata nella zona della Biancarda, dove la ditta “Fri-El Spa” ha chiesto l’autorizzazione per realizzare un mega progetto finalizzato a produrre energia dal vento.
I pericoli per gli animali
I timori sui pericoli che corrono gli animali, qualora quel progetto ottenga il via libera definitivo, non sono campati per aria ma messi nero su bianco su una delle tante schede della documentazione relativa alla procedura di Vautazione di impatto ambientale che è stata attivata.
È scritto che il progetto ha “potenziali effetti negativi su specie animali”, sotto forma di “perturbazione permanente” creata dalla rotazione di gigantesche pale. A farne le spese sarebbe un lungo elenco di uccelli e mammiferi.
Le specie presenti in zona
Tra questi ultimi c’è il re dell’Appennino, il lupo, la cui presenza in zona è certificata. Un altro meraviglioso animale, percepito come particolarmente “nobile” nell’immaginario degli umani anche per la sua bellezza, e prezioso per la sua rarità e perché è in cima alla catena alimentare in quei cieli, è l’aquila reale. Ma è solo uno dei tanti rapaci segnalati come potenziali vittime degli aerogeneratori: ci sono anche falchi pecchiaioli, che al pari dell’aquila è inclusa tra le specie di interesse comunitario da proteggere, albanelle e bianconi. Particolarmente interessante è la presenza di questi ultimi per capire come ci siano equilibri naturali legati alla compresenza di diverse specie animali, a cui fare attenzione. I bianconi sono infatti i divoratori di serpenti per eccellenza. Un singolo esemplare è capace di mangiarne fino a mille in una sola stagione riproduttiva: cosa che fa capire come una loro scomparsa potrebbe causare una profilerazione di questi rettili nell’area. Restando agli uccelli, è attestata la presenza di averle e lullule. Infine, ci sono colonie di una mezza dozzina di tipi di pipistrelli.
Impegni del proponente
Ovviamente nelle relazioni della Via si enumerano vari impegni presi dalla società proponente per compiere un monitoraggio certosino e adottare varie precauzioni a protezione degli animali, e in particolare dei volatili. Per esempio, è stato precisato che “per l’aquila reale sarebbe da predisporre una specifica e separata campagna volta a verificare i passaggi effettivi sopra l’area di intervento per valutare la potenziale possibilità di interferenza specifica”.
Le pale e i migratori
Resta il fatto che, come è spiegato in un’osservazione contraria al progetto depositata dall’associazione “Mountainwilderness”, «le pale delle torri eoliche girano sia di giorno che di notte, e si abbattono come mannaie uccidendo i malcapitati volatili: in un rotore del diametro di 100 metri l’estremità viaggia a una velocità compresa tra i 200 e i 335 km/h, anche se a distanza sembra lenta, compiendo dagli 11 ai 18 giri al minuto. Il movimento delle pale è intermittente a seconda della consistenza del vento ed il rotore ruota su sé stesso per seguirne la direzione, risultando in tal modo imprevedibile anche per gli uccelli che conoscono il territorio. Gran parte dei migratori che attraversano il territorio italiano come ponte per la migrazione attraverso il Mediterraneo si muove di notte. Le pale, disposte solitamente lungo i crinali, restano invisibili, mentre le luci fisse sulle loro sommità agiscono da richiamo attirandoli in trappola al centro del generatore; i migratori diurni sono comunque a rischio perché ne ignorano la pericolosità. Sui crinali gli uccelli tendono a sorvolare a bassa quota: il Comitato Permanente del Consiglio d’Europa per la Convenzione di Berna infatti sconsiglia vivamente l’installazione di pale eoliche sui crinali».