La rendicontazione dei lavori realizzati in autonomia rimane ancora il più grande nodo non risolto dei ristori per le aziende colpite dall’alluvione di maggio 2023. Non è l’unico ma è quello più complesso e che chiede di essere risolto con maggiore urgenza tra quelli affrontati nell’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi al centro culturale di Sarsina tra il commissario alla ricostruzione dei territori alluvionati Fabrizio Curcio e i tecnici romagnoli. L’iniziativa, promossa dal Collegio dei Periti Agrari della Romagna e dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali delle Province di Ravenna e Forlì Cesena, ha visto la partecipazione di tanti professionisti, per un totale di oltre 100 interlocutori qualificati.
Sarsina, tecnici romagnoli a confronto con Curcio: quello dei “lavori in economia” resta il nodo da risolvere
La ricognizione dei danni
L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sullo stato di avanzamento della ricostruzione privata e sulle prossime scadenze, anche alla luce della proroga al 30 novembre del termine per la presentazione, sulla piattaforma Indica, delle manifestazioni di interesse da parte di chi ha subito danni, un passaggio quest’ultimo che serve a fare una ricognizione complessiva dei danni al fine di valutare l’adeguatezza delle risorse sinora stanziate. Il Commissario, insieme alla propria struttura, si è intrattenuto per oltre tre ore con i tecnici, rispondendo puntualmente a quesiti, dubbi e casi specifici.
Il nodo dei “lavori in economia”
Il maggior numero di domande ha riguardato il comparto agricolo, in particolare il tema del riconoscimento dei lavori svolti “in economia” dagli agricoltori nell’imminenza degli eventi alluvionali. È un problema che riguarda le aziende: nell’ordinanza a loro dedicata era prevista la possibilità di inserire tra le spese sostenute anche i lavori realizzati in autonomia. Sono lavori che spesso hanno salvato quelle aziende in montagna in modo spesso ancor più evidente e frequente: qui infatti ci sono aziende (spesso agricole) i cui titolari, in condizioni spesso al limite e drammatiche si sono aperti da soli le strade per raggiungere campi e animali altrimenti destinati a morte certa o ad andare in malora, hanno averto vie, inghiottite dal fango, per ricollegare le loro attività ai paesi e consentirsi di andare via quando non c’erano alternative o ai soccorsi di arrivare. Sono realtà che nella quasi totalità dei casi, nonostante le promesse, da due anni non hanno ancora ricevuto ristori. Per loro da tempo battagliano i tecnici che hanno incontrato il commissario Curcio con una dedizione che va quasi sempre ben al di là del proprio lavoro di perito o consulente.
Il problema rendicontazioni
Il sistema è arenato sulle rendicontazioni, per via di procedure troppo farraginose, che prevedono criteri che spesso non hanno alcun riscontro con la realtà e che rendono impossibile chiudere la procedura che permette di dimostrare il danno e le spese sostenute prerequisito essenziale ad ottenere il ristoro. Il tempo per completare queste procedure si sta avvicinando alla scadenza ed esiste il rischio, anche se remoto, che non solo tutto il lavoro fatto fin qui risulti inutile ma che chi lo ha ricevuto debba restituire le somme ricevuto come anticipo del ristoro. È un punto su cui da parte del commissario Curcio e della sua squadra sono arrivate rassicurazioni nette. A risolvere la situazione dovrebbe arrivare una “ordinanza semplificazione” che sarebbe in fase di definizione.
Soddisfatti tecnici e sindaco
«È stato un confronto proficuo – commenta il presidente del Collegio dei Periti Agrari, Antonio Baroncini – e vi è stata l’opportunità per tutti gli iscritti di dialogare direttamente con il Commissario, presentando casi concreti e ricevendo risposte puntuali. Si tratta di un percorso complesso e articolato, che ha visto un grande impegno da parte dei tecnici e che proseguirà nell’interesse dei danneggiati, in stretta collaborazione con le istituzioni». Anche il sindaco di Sarsina, Enrico Cangini, ha espresso soddisfazione per l’incontro: «Sono stato lieto di poter ospitare questo importante momento di confronto tecnico – ha dichiarato –. Ritengo sia stato un segnale significativo porre l’attenzione sulla situazione collinare e montana, che presenta peculiarità e richiede un supplemento di impegno. Ringrazio Alice Buonguerrieri, che nel suo ruolo di rappresentante del territorio a Roma si è adoperata affinché questo spazio di dialogo fosse possibile».