Verghereto, strada franata chiusa da 4 mesi: «Finito il tempo delle belle parole. L’inverno incombe»

Sono passati più di quattro mesi da quando la strada provinciale 130 che unisce Alfero a Balze è stata chiusa. Era l’11 aprile quando è stata interrotta da una frana a circa un chilometro di distanza dall’intersezione con la Sp 91 e da allora non ha più riaperto. I residenti della zona, che hanno anche attivato una raccolta firme chiedono provvedimenti urgenti e in assenza di questi anticipano l’intenzione di organizzare un incontro pubblico.
Isolati da 4 mesi
La collettività di Capanne, paese a quattro chilometri dall’interruzione, e dei paesi limitrofi da allora è infatti tagliata fuori dai collegamenti verso Rimini e verso la E45, ma anche dal vicino paese di Balze con cui intrattiene rapporti continui di lavoro e di vita quotidiana e che ora si raggiungono solo percorrendo il passo del Monte Fumaiolo, valico a circa 1.400 metri di altezza sul livello del mare. «Al momento nulla è stato fatto e nonostante le sollecitazioni alle autorità competenti, prosegue la chiusura totale della viabilità, con notevoli danni e disagi oggi, che con l’avvento del periodo invernale diverrebbero insopportabili per le comunità interessate», denuncia Alvaro Caminati, presidente della Proloco di Capanne che insieme alle proloco di Balze e di Alfero nei giorni scorsi ha promosso una petizione che ha già ottenuto 570 firme. L’obiettivo è tenere alta l’attenzione ma soprattutto sollecitare soluzioni, anche provvisorie, per ripristinare almeno in parte la viabilità.
La nota della Protezione Civile
La strada insiste in parte nella provincia di Forlì-Cesena, fino al bivio di Sant’Alberico per chi proviene da Capanne, e in parte nel comune di Casteldelci, che ne ha la competenza non essendosi mai realizzato il passaggio alla provincia di Rimini, ed è qui che si è verificata la frana. «Al provvedimento di chiusura della strada deciso dal Comune di Casteldelci - si legge nella petizione - ha fatto seguito una nota della Regione Emilia Romagna, Settore Sicurezza Territoriale e Protezione Civile, in cui oltre a verificare lo stato del movimento franoso di suggerisce di attivare una serie di provvedimenti». Tra questi la petizione cita «il monitoraggio della frana con tutte le tecniche disponibili onde avere sotto controllo la situazione, ma si va anche oltre affermando “sempre in attesa di un intervento di stabilizzazione del versante, si ritiene opportuno allontanare il più possibile dal corpo stradale le acque superficiali con l’obiettivo di preservare per quanto possibile la stabilità, già molto precaria sul sistema stradale-opera strutturale esistente, considerando che il cedimento del rilevato stradale comporterebbe costi molto più elevati per il ripristino della viabilità”».
L’inverno incombe
La mancanza di risposte e l’incombere dell’inverno fanno crescere preoccupazione e rabbia: «Al momento nulla è dato sapere rispetto agli adempimenti che vengono suggeriti - si legge ancora nel testo della petizione -. Si sta avvicinando l’inverno e qualora non fosse attuato un intervento “provvisorio”, che è urgente e indispensabile per permettere il transito, si verificherebbe il totale isolamento della zona considerando il fatto che il valico del Monte Fumaiolo per la sua altitudine in inverno con neve e gelo, non solo reca disagio, ma è di fatto precluso».
Le richieste dei residenti
«C’è bisogno di fatti concreti. Le belle parole non contano più» avvisano chiedendo alla regione, alle due province e ai Comuni di Verghereto e Casteldelci di attivare un tavolo istituzionale che porti soluzioni almeno temporanee al problema che per zone così fragili e sempre in lotta con lo spopolamento rischia di trasformarsi in una vera sciagura.