Sarsina, alla scoperta delle radici con “Una piada in valigia”: domenica la festa conclusiva


“Una piada in valigia”, come quella che in tanti hanno messo nei loro bagagli di cartone prima di lasciare Sarsina alla ricerca di fortuna o anche solo di un lavoro all’estero. “Una piada in valigia” è anche il nome del progetto di “Turismo delle radici” che si concluderà domenica 25 agosto, con una giornata di festa e uno spettacolo teatrale itinerante, dopo mesi di lavoro alla ricerca delle storie dal dopoguerra è partito da Sarsina o dalle sue frazioni ma a quei territori è rimasto legato anche se magari non è mai più tornato a vivere qui.
L’iniziativa, spiega Elsa Angela Cangini, assessora al Turismo di Sarsina, «nasce nell’ambito di un progetto del ministero degli Esteri dedicato proprio al turismo delle radici». L’obiettivo è quello di cercare e rinsaldare e i legami tra chi è emigrato da Sarsina o con i loro discendenti, indagando cosa di quelle origini è sopravvissuto a distanza di anni, oltre che di chilometri. «Come amministrazione abbiamo lavorato per step - racconta Cangini -. Per prima cosa ho coinvolto le scuole elementari e medie, chiedendo a studenti e studentesse se nelle loro famiglie avevano parenti o antenati che avevano lasciato Sarsina per trasferirsi all’estero e di fare delle interviste per raccontare le loro storie e quale legame hanno conservato con la loro terra di origine». In una seconda fase, prosegue l’assessora, «Abbiamo scritto ai nostri concittadini iscritti all’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, ndr) con un questionario in cui chiedevamo del loro legame con Sarsina. L’obiettivo era capire se chi va via poi torna, e andando via guardano all’Italia da un nuovo punto di vista».
Per Elsa Angela Cangini il progetto aveva un risvolto anche personale: «Raccogliendo le storie e le interviste per questo progetto ho scoperto che in tanti, soprattutto negli anni ‘60, lasciavano queste zone per andare a lavorare in Svizzera, ad esempio. Tra questi c’era chi lo faceva per pagare il mutuo della casa, ma tanti vennero mandati dalla Vossloh: questo era un territorio contadino e faticavano a trovare manodopera qualificata così mandavano gli operai a formarsi in Svizzera. In quegli stessi anni c’erano anche aziende dalla Germania che venivano a reclutare gli studenti appena diplomati». Ma accanto a chi partiva con un lavoro già in tasca c’era anche chi partiva «mettendo davvero la piada nella valigia di cartone e poco altro. Il fratello di mio nonno era tra questi: finì in Francia perché sul treno conobbe una persona che gli propose un lavoro in agricoltura. Tanti partivano allo sbaraglio, senza una meta precisa».
Sono 39 le testimonianze raccolte da Cangini: «Da queste emerge un legame forte con le radici, un legame che si trasmette anche ai figli e ai nipoti. A volte sono stati loro a rispondere, raccontando che quel legame è rimasto soprattutto attraverso il cibo, meno con l’italiano anche perché spesso chi partiva parlava dialetto, ma questo è un aspetto su cui mi piacerebbe lavorare in futuro».
Nei racconti raccolti era ricorrente il ricordo della festa dell’emigrante: «Chi partiva cercava di tornare almeno una-due volte all’anno e per loro l’amministrazione comunale organizzava una grande festa con una gara canora. La giornata di domenica prossima “Una piada in valigia” è anche il tentativo di ricreare quella festa». Si comincia alle 9 in Comune con un primo momento più istituzionale a cui parteciperà anche una funzionaria regionale di Italea: «Racconteremo il progetto e consegneremo a chi ha partecipato una pergamena. Ci sono persone che torneranno a Sarsina apposta per l’occasione». A seguire per chi lo vorrà ci sarà un piccolo tour per Sarsina. Nel pomeriggio sarà possibile visitare il museo e la mostra dedicata al progetto. Alle 17 e alle 18 andrà in scena “Una piada in valigia” spettacolo itinerante realizzato da Trame-Teatro e musica: «Valentina Donati e Antonio Salerno hanno curato la parte più emozionale, scrivendo uno spettacolo proprio a partire dalle storie raccolte». La festa si concluderà con una cena (dalle 19), dedicata ai “Sapori di casa” (prenotazioni: whatsapp 3285794265, specificando se si prenota spettacolo + cena o solo spettacolo). «Si esibirà anche il coro di Sarsina D’altro canto - aggiunge Cangini - in ricordo della festa canora di un tempo». Quello di dopodomani sarà la conclusione di un percorso, ma l’assessora spera anche diventi l’inizio di qualcos’altro: «Ci piacerebbe diventasse un appuntamento fisso, una festa dell’emigrante, da ripetere ogni anno nel periodo di San Vicinio».