San Piero, torna dopo 6 anni il raduno dei “Corzani a Corzano”

Valle Savio
  • 18 settembre 2025

Le radici dei Corzani hanno ripreso ad alimentare con nuova linfa e vigore la pianta della famiglia e il desiderio irrefrenabile di ritrovarsi e rivedersi. I “Corzani a Corzano” si erano riuniti l’ultima volta nel 2019, l’undicesimo anno di fila; poi complice il Covid la tradizione si era interrotta. Domenica scorsa la tradizione è ripresa, promossa da Marisa, Ludi, Albano e Loris, oltre che dalla “storica” Lidia, tutti per giorni impegnati chi a preparare tagliatelle e tortelli e chi ad organizzare il tutto.

Si è così rinnovato il raduno dei discendenti di Sante Corzani, nato nel 1835 e deceduto nel 1922, e dei suoi figli Luigi, Beniamino, Angiolino, Diego, Orfeo e Maria Assunta. Una grande e per molti unica occasione di incontro tra parenti provenienti anche da Forlì, da Rimini, Ravenna, da Firenze tra i quali ha fatto capolino per un saluto anche il sindaco Enrico Spighi. Tra loro la palma del più anziano è andata a Giovanni “il lungo”, 93 anni da Firenze, che ad onore del soprannome è stato giocatore e arbitro di basket. Oltre 40 i partecipanti col cognome “Corzani”, con la rituale foto di gruppo davanti al Santuario, ma in tutto circa 90 i presenti, comprendendo anche tutti i parenti.

Tanti anziani e anche tanti giovani, tra alberi genealogici dei vari ceppi della famiglia (con Carla Alberta impegnata a ricostruirne la storia), le note della fisarmonica suonata da Mario (Corzani, naturalmente), un giovanissimo “sciucaren” a far schioccare la frusta al ritmo delle note, l’immancabile e appassionata “Romagna Mia”. Ha celebrato la messa don Vincenzo Russo, responsabile dell’Opera Madonnina del Grappa che ha sede a Firenze, presso la quale tanti sampierani e tanti “Corzani” hanno trovato ospitalità e sostegno negli anni difficili del dopoguerra.

E così, insieme a “Romagna Mia”, nel ricordo dell’aiuto ricevuto e del legame tuttora forte con Firenze (dove risiedono alcuni dei Corzani presenti) nel cuore di molti risuonavano anche le note della altrettanto nostalgica “La porti un bacione a Firenze”.

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