Il casinò di Venezia dovrà risarcire 336mila euro a cinque ex clienti di Silvio Vannini, broker assicurativo di San Piero in Bagno, accusato di truffa perché aveva sperperato ingenti somme di denaro dei suoi assistiti proprio nelle sale veneziane a causa di una grave dipendenza dal gioco d’azzardo. A stabilirlo è stata la corte civile d’Appello di Bologna con una sentenza che, di fatto, crea un precedente nel campo della responsabilità delle sale da gioco. In particolare alcuni assegni dei clienti del consulente finanziario romagnolo erano finiti al casinò, dopo essere stati intestati alla società che lo gestisce, in cambio di fiches. In altre parole il giudice ha ritenuto responsabile la C.Di.V.G. spa (società che gestisce appunto le sale da gioco veneziane) di indebito oggettivo.
Questo è solo l’ultimo atto di un procedimento iniziato nel 2015, quando lo stesso broker si era autodenunciato alla Guardia di Finanza di Forlì. In quell’occasione confessò tutto e venne a galla, grazie alla documentazione presentata, che 9,6 milioni di euro erano andati persi, di cui 4 milioni giocati proprio al casinò di Venezia. Emerse anche che i clienti truffati furono circa 70, sparsi in Italia.
La stessa Cassazione, lo scorso mese, ha stabilito che il casinò dovrà pagare una multa al Mef in quanto l’amministrazione delle sale da gioco avrebbe dovuto perlomeno insospettirsi di fronte a assegni circolari emessi da una ventina di banche differenti. Insomma, il casinò avrebbe dovuto essere più attento e segnalare il broker romagnolo per il suo comportamento. Ovviamente tra i soldi sperperati c’erano anche quelli di sette clienti della provincia di Forlì-Cesena che, già nel 2022, avevano ottenuto un primo successo: il Tribunale di Forlì aveva condannato il broker a restituire le somme che gli erano state consegnate e a pagarli 1,5 milioni di euro.
Alla fine di tutta la vicenda (il consulente oggi è un 70enne senza beni mobili o immobili intestati che ha affrontato un percorso di disintossicazione dalla ludopatia su cui non pende più un procedimento penale perché finito in prescrizione), solo cinque dei suoi assistiti della provincia di Forlì-Cesena dovranno essere risarciti dal casinò di Venezia per i soldi incassati indebitamente.