Recuperato un cadavere nella diga di Quarto - VIDEO



Il cadavere di un cesenate (residente in un altro comune) è stato recuperato con una maxi operazione di soccorso che ha coinvolto anche l’elicottero dei vigili del fuoco ieri all’ora di pranzo. L’uomo - stando ai primi accertamenti - sarebbe morto per ferite da precipitazione alla diga di Quarto. Le prime risultanze fanno propendere, come ipotesi più probabile, quella di un gesto estremo compiuto nelle ore che hanno preceduto la tempesta che ha attraversato ieri il Cesenate.
L’allarme per un cadavere che galleggiava nelle acque, in quel momento agitate, della diga di Quarto, è scattato alle 13. Ad avvisare è stato il personale che si stava recando sul posto per controllare l’apertura delle paratie. La pioggia caduta in abbondanza durante la notte aveva gonfiato il Savio ma anche il Para, l’affluente che contribuisce alla diga di Quarto, era ormai arrivato a livelli tali da rendere necessaria la tracimazione della diga.
Il corpo del 65enne galleggiava ed è stato notato proprio quando le paratie hanno iniziato a lavorare a massimo regime. Così sul posto sono stati chiamati i soccorsi arrivati in massa tra Saf dei vigili del fuoco, personale di Protezione civile ed anche carabinieri. Tutti impegnati ad agevolare il lavoro dell’elicottero del 115. Serviva “verricellare” il cadavere prima che potesse essere inghiottito dal flusso delle acque o sbalzato altrove.
Sotto la tempesta, in circa un’ora di lavoro, il personale dei soccorsi ha recuperato la salma. L’ispezione necroscopica eseguita sul posto ha evidenziato come la causa del decesso fosse un trauma da precipitazione con fratture multiple e lesioni interne. Di qui la tesi della caduta del 65enne quando ancora l’acqua non era a livelli alti. Con traumi irreversibili inflitti dal cemento sottostante la diga. Solo un’autopsia ordinata dalla Procura potrà chiarire le esatte cause della morte e definire se, come da tesi per ora maggiormente considerata, ad uccidere l’uomo sia stata una caduta innescata da un gesto autolesionistico.