Mercato Saraceno, rete di aiuti per salvare vite in Benin: primi frutti

Restituire dignità alle mamme e ai loro bambini. Prosegue con questo obiettivo il progetto umanitario di don Justin, parroco delle frazioni di Piavola, San Romano, Linaro, Pieve di Rivoschio e Giaggiolo e cittadino del Benin, Ilania Cecchini, pediatra in pensione, e il marito Paolo Masperi, ex direttore sanitario dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì.
Situazione disastrosa
I tre missionari, nello scorso mese di marzo, hanno visitato le 13 strutture sanitarie di Grand-Popo, città natale di don Justin. E ne hanno constatato lo stato di decadenza e l’assenza di strumentazioni medica. A cominciare dai «lettini ginecologici che ci impegneremo a portare il prima possibile», afferma la dottoressa Cecchini. Per farlo stanno istituendo il comitato “Romagna per il Benin”, aperto a tutti e finalizzato alla «raccolta fondi e di materiale sanitario e farmaceutico da inviare alla popolazione di Grand-Popo. I 13 presidi che abbiamo visitato là sono fatiscenti, costruiti a inizio Novecento dai francesi e mai sottoposti a opere di manutenzione». Tra le situazioni più critiche c’è la gestione delle donne incinta. I parti, anche prematuri, sono numerosi e, data la mancanza di incubatrici e culle termiche, molti neonati non riescono a superare la prima settimana di vita. Ad aggravare la già critica situazione si aggiungono la carenza di personale sanitario e la mancanza di acqua. La copertura dei 13 ospedali è garantita solo da un’infermiera, che all’occorrenza svolge anche l’attività di ostetrica, e da un unico medico, ma presta servizio solo nell’ospedale nel centro cittadino. Costringendo i malati della periferia a spostarsi o, nel peggiore dei casi, a rinunciare alle cure. Ancor più impattante è l’assenza di acqua. «Su sette pozzi presenti nel comune di Grand-Popo – prosegue Cecchini – solo due forniscono acqua potabile. Dobbiamo capire se ci sono i margini per costruirne altri, così da rifornire tutti i punti soccorso». L’acqua pulita permetterebbe di abbassare il rischio di contrarre malattie.
Primi aiuti e obiettivi
Sono questi i traguardi più urgenti che il nuovo comitato “Romagna per il Benin”, fondato con l’appoggio della cooperativa Cim di Forlì, dal 2011 impegnata in contesti umanitari in Africa, vorrebbe raggiungere al più presto. Intanto, le forze dei missionari si stanno concentrando sull’attività di promozione del sodalizio. Si è partiti il mese scorso con una cena di beneficenza organizzata dalla cognata della pediatra Valeria Masperi e dal marito Roberto Ridolfi: nell’occasione, sono stati raccolti 3mila euro. Queste risorse, e quelle che riusciranno a racimolare nei prossimi mesi, serviranno per acquistare materiale e sostenere le spese di spedizione dall’Italia all’Africa di ciò che non è reperibile in loco. Nessun limite alle singole proposte di aiuto. «Abbiamo bisogno di tutti: dal medico, all’infermiere fino al manovale o al muratore che possano aiutarci a ristrutturare gli ospedali», fa sapere Cecchini. Don Justin