Mercato Saraceno, l’alluvione asseta 4 località: soldi per allungare l’acquedotto

Non solo Vertaglia. Sono quattro le realtà scollegate dalla rete acquedottistica pubblica che facevano riferimento a pozzi privati e che dopo l’alluvione di maggio del 2023 si sono ritrovate in difficoltà. Il caso di Vertaglia è quello di cui più si è parlato: qui delle famiglie e un’azienda agricola sono rimasti senz’acqua a causa del danneggiamento della rete privata da cui si rifornivano e il loro caso durante la campagna elettorale è stato a più riprese sollevato dal centrodestra, che accusava l’amministrazione di essersene disinteressata e di non aver mai inserito il ripristino dell’infrastruttura danneggiata tra quelle sottoposte a richiesta di finanziamento al commissario Figliuolo. Accuse sempre respinte. Trattandosi di una rete privata, quella che indicavano non era una strada percorribile, come più volte ha spiegato l’amministrazione, che comunque ha lavorato per cercare una soluzione alternativa prendendo in carico oltre al caso di Vertaglia altre tre realtà: Madonna della Neve, Taibo-Castello e Gamborano.
Il nesso causale
È dei giorni scorsi la determina che dà il via libera al pagamento di 10.500 euro all’ingegnera Sara Monti con studio a Bagno di Romagna, a cui l’amministrazione aveva affidato l’incarico per “l’attività di consulenza per la definizione di un percorso di finanziamento per interventi di rifacimento o nuova realizzazione di reti acquedottistiche”. «Grazie al lavoro affidato agli esperti - spiegano la sindaca Monica Rossi e l’assessore Raffaele Giovannini - siamo riusciti a dimostrare il nesso causale tra la criticità in cui si trovano ora e l’alluvione». La strada individuata non è stata quella di riparare le strutture private, ma di lavorare all’estensione della rete pubblica laddove prima non arrivava. Una soluzione a cui si è arrivati grazie al lavoro congiunto tra Amministrazione comunale, struttura commissariale e Hera a cui spetta l’effettiva realizzazione dell’opera e a cui quindi è destinato il finanziamento da parte del commissario.
I danni strutturali
In due casi, quello di Vertaglia e Gamborano, ci sono stati danni alle infrastrutture esistenti a lasciare famiglie e aziende senz’acqua. A Gamborano attingevano l’acqua oltre il ponte che il fiume tra il 16 e il 17 maggio 2023 aveva staccato dalla costa opposta alla strada. «Questa era anche la situazione di più facile soluzione e infatti il problema è già stato risolto», riferisce Rossi. Il caso di Vertaglia è più complicato: per ora famiglie a azienda si riforniscono ad un’altra fonte, andando due volte alla settimana almeno a riempire le loro botti. «Rispetto agli altri interventi questo è stato considerato prioritario e l’obiettivo è quello di completare l’intervento entro l’anno», spiegano sindaca e assessore.
I depositi scomparsi
Madonna delle Nevi (che si trova nella frazione di Montecastello) e Taibo-Castello sono invece casi diversi. Qui non è stata danneggiata l’infrastruttura, ma l’alluvione e quello che ne è conseguito ha fatto spostare le falde e quei depositi d’acqua a cui facevano riferimenti sono scomparsi o si stanno prosciugando.
«Monitorate da tempo»
«Sono situazioni che esistevano così da anni e che andavano comunque risolte. L’alluvione ci ha costretto ad accelerare», spiega Giovannini, che sottolinea: «Sono situazioni che tenevamo monitorate già prima dell’alluvione. Tra il 2020 e il 2021 avevamo fatto anche valutare quanto sarebbe costata l’estensione dell’acquedotto e già allora si trattava di un intervento da oltre 1 milione di euro. Dopo l’alluvione abbiamo da subito segnalato queste criticità e abbiamo lavorato per arrivare alla soluzione. Al di là dell’emergenza sono interventi strategici anche perché essenziali per prevenire fenomeni come lo spopolamento».