Il giovane sindaco di Sarsina e l’alluvione: “La prima notte bloccato in ufficio sulla brandina del Bagno Renata”

Nemmeno il tempo di avere la sicurezza che era stato confermato sindaco di Sarsina che esattamente un anno fa Enrico Cangini, si è trovato a gestire l’emergenza alluvionale. La notte tra il 15 e il 16 maggio cominciarono la pioggia e le frane che hanno duramente colpito il territorio comunale, isolando frazioni per giorni e giorni. Oggi un anno fa cominciavano le prime fasi di una battaglia costante contro la natura per liberare strade, raggiungere persone, salvare animali.

«Era ancora in corso lo scrutinio delle elezioni comunali quando sono stato raggiunto dall’allerta rossa per il giorno successivo che prevedeva la chiusura precauzionale delle scuole - racconta -. Mi sono detto “potrò firmarla l’ordinanza che ancora non sono chiuse le urne?”. È stato il pensiero di un secondo e poi mi sono fiondato in Municipio. Ricordo ancora che quel pomeriggio. Mentre salivo le scale del Comune, incontro il buon Secondo Zattini che mi chiede “vieni sta sera al rosario alla Badia?” ed io “no Secondo, però mi raccomando, pregate per il bel tempo che c’è l’allerta rossa”. Detto, fatto! Non ho fatto in tempo a gioire della rielezione che nelle ore successive sono caduti centinaia di millimetri di acqua, un fenomeno senza precedenti che ha cambiato il volto di tante vallate e che ci deve spingere a ripensare completamente le politiche del territorio. La mattina del 16 mi sveglio di buona lena per andare in Comune e sbrigare le pratiche della rielezione. Percorrendo il passo del Monte Finocchio già le prime “slavine” iniziavano ad essere evidenti. La prima chiamata che faccio è alla collega Francesca Pondini di Galeata, eletta sindaco nella mia stessa tornata (lei per la prima volta), le faccio le congratulazioni e le chiedo cosa stesse facendo “ah Enrico sto andando in Comune per prendere contatto con la Protezione civile”. Effettivamente da quel momento in avanti, e per molte settimane, ci saremmo concentrati h24 alle funzioni di Protezione civile. Un tumulto di segnalazioni e chiamate: animali da evacuare, persone senza luce, senza gas e nel giro di poche ore, come in un bollettino di guerra, ci vengono segnalati continui crolli ed interruzioni di strade tant’è che si fa sera ed io non riesco nemmeno più a tornare a casa. Parte qui il mio vagabondaggio di 3 settimane: la prima notte la passo sulla ormai famosa brandina del Bagno Renata collocata in ufficio, la seconda alla Casa di Riposo Barocci e poi ospite in ordine di Filippo Collinelli e Antonella Benedetti. Settimane intense, estenuanti, vissute in un saliscendi di emozioni e paure».

«Non andava nulla»

«Non andava internet - continua Cangini - non andava il telefono, non andava nulla! Con le cartine ci siamo messi a ricostruire la situazione e individuare gli isolati. Inizialmente contavamo circa 100 cittadini da evacuare ed oltre un migliaio isolati. “Mica sono Bertolaso” mi è capitato di pensare più di una volta, però ho avuto la fortuna di essere aiutato da tante persone formidabili che con generosità e competenza si sono messe al servizio della comunità in maniera incredibile: Carabinieri, Forestali, Misericordia, Pro loco di Ranchio, dipendenti comunali, tecnici, Coc e Polizia locale. Così, passo dopo passo, tra elicotteri in volo, famiglie da evacuare, autobotti, fake news sulla diga di Quarto, Esercito in azione, Vigili del fuoco e Soccorso alpino, si sono cadenzate le giornate. Vetracchio, Ranchio, Tezzo, Quarto, Chiavezzano, Rullato, Monteriolo, Pieve... sono state 436 le frane che hanno coinvolto il nostro territorio e che piano piano, grazie ad agricoltori e ditte di movimento terra del posto abbiamo iniziato a sistemare, sotto la regia accorta e sensibile della struttura del generale Figliuolo. Sono convinto che oggi ci sia una nuova consapevolezza sull’importanza di arginare lo spopolamento delle aree collinari e montane e sulla reciprocità che c’è tra territori. La pianura si salva solo se ci sono una collina e una montagna vissuta e presidiata. È già passato un anno, mi sembra passata una vita, ma la generosità e l’impegno di tanti cittadini di buona volontà non verranno mai dimenticati. “Non c’è buono o cattivo tempo, c’è buono o cattivo equipaggiamento” e come ha scritto profeticamente sui social Gianluca Suzzi il 15 maggio per ringraziare gli elettori dei voti avuti “sarò con voi soprattutto nelle emergenze”. Perché una cosa è certa. In un mondo che cambia, le emergenze sono dietro l’angolo. Sl’è nota us farà dè».

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