Linaro, i disegni di Giovanni Censi in mostra nel decennale della scomparsa


Sono passati 10 anni da quando Giovanni Censi, il 28 luglio 2014, a 34 anni, «è passato ad altra vita», è questa l’espressione che usa Venanzio Censi raccontando del figlio. «Per noi non è morto, è passato ad un altra vita, ma è sempre con noi, ci accompagna, accompagna i suoi fratelli», spiega. È per onorare il suo ricordo, per chi lo ha conosciuto, e raccontare Giovanni a chi invece quell’opportunità non l’ha avuta, che la famiglia ha organizzato una mostra con i suoi disegni a Linaro. Inaugurerà domenica 15 dicembre, alle 17 nella sala della pro loco di Linaro, dopo l’accensione dei presepi del borgo (prevista alle 16).
Nato a Cesena il 2 febbraio 1980 da Venanzio Censi e Maria Turci, Giovanni, primo di quattro fratelli, si è trasferito con la famiglia da Sant’Angelo di Gatteo a Nuvoleto quando era un bambino, a guidarli era il desiderio di essere più vicini alla comunità religiosa di Valleripa e e di vivere più a contatto con la natura. Spiritualità e amore per la natura sono due aspetti che hanno caratterizzato tutta la breve vita. L’educazione religiosa lo aveva portato nel 1996, ad appena 16 anni, a consacrarsi alla professione religiosa temporanea con il nome di “Paolo”, dedicandosi alla vita monastica all’interno della Piccola Famiglia della Resurrezione. Anche in quella esperienza il suo radicamento nella natura, la sua curiosità per il mondo animale, la fascinazione per i popoli nativi americani e il profondo rispetto per il modo in cui vivevano a contatto con la natura che sin dall’infanzia animavano i suoi disegni, non lo hanno mai abbandonato.
Giovanni “Paolo” Censi era una persona creativa e fantasiosa che nel disegno aveva trovato il linguaggio più immediato e familiare: «Giovanni disegna sempre partendo da un punto - racconta la famiglia della piccola biografia che accompagnerà la mostra -, senza staccare mai la mano sinistra (mancino di nascita) dal foglio, senza cancellare, senza riprendere il tratto. La sua mente imprime sulla carta la realtà, non disegna». Nel corso degli anni, è stato missionario in India e in Africa, ha vissuto e studiato allo Studium Theologicum Jerosolymitanum in Palestina, e per un breve periodo è stato missionario anche Cina, «il legame del loro alfabeto con il disegno era una cosa che lo affascinava tantissimo», racconta il padre.
Fumetti, racconti, piccoli e grandi disegni fatti a margine dei libri di testo, sui fogli che trovava a tiro, sui quaderni sono le tracce che ha lasciato dietro di sé «quando è volato in cielo» e che i fratelli e i genitori hanno pazientemente ricercato e selezionato con l’intento di condividere con la comunità quella versione di Giovanni, il suo racconto dei mondi che ha incontrato, il suo modo di interpretare la vita e la fede. Una condivisione che è cominciata dalla scuola primaria di Piavola, che anche Giovanni aveva frequentato, dove hanno coinvolto bambini e bambine in un piccolo concorso di disegno partendo proprio dalle sue opere. Una condivisione che si rinnova e si allarga domani con l’inaugurazione della mostra a Linaro.