Verghereto, fu il “ricostruttore” Sant’Alberico: l’eremita don Quintino Sicuro è venerabile

Don Quintino Sicuro, già servo di Dio, da ieri è “venerabile”. L’annuncio arriva dalla sala stampa vaticana: ricevuto in udienza da papa Francesco il prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi Marcello Semeraro è stato autorizzato a pubblicare il decreto che riconosce «le virtù eroiche del Servo di Dio Quintino Sicuro, Sacerdote diocesano, eremita, nato il 29 maggio 1920 a Melissano (Italia) e morto il 26 dicembre 1968 su un sentiero del monte Fumaiolo di Verghereto (Italia)». Si tratta di un passaggio fondamentale del processo di beatificazione.
Nato a Melissano in provincia di legge il 20 maggio del 1920, Quintino Sicuro, è stato eremita a Sant’Alberico dal 1953 al 1968, quando morì improvvisamente lungo uno dei sentieri del monte Fumaiolo. L’incontro con la fede per lui avvenne in giovanissima età, ma in un primo momento la vita lo portò altrove: non riuscì infatti a superare l’esame per diventare frate e così studiò all’istituto tecnico industriale di Gallipoli e nel 1939 si arruolò nella Guardia di Finanza. Era diventato vicebrigadiere da un anno quando, a 27 anni, decise di lasciare la carriera e la divisa della guardia di finanza per entrare nel convento dei Frati Minori di Ascoli Piceno dove sarebbe rimasto per due anni prima di abbracciare la vita eremitica.
La prima esperienza fu quella, nel 1949 all’eremo di San Francesco a Montegallo, ma la sua missione qualche anno dopo lo avrebbe portato sul Monte Fumaiolo dove nel 1953 prese in custodia l’eremo di Sant’Alberico. Di Sant’Alberico Quintino Sicuro non fu solo il primo eremita da quando l’eremo nel 1873 tornò di proprietà della diocesi di Sarsina, ma ne fu anche il ricostruttore. Fu don Quintino a renderlo centro di accoglienza e spiritualità per tanti sacerdoti e laici, Morì improvvisamente il 26 dicembre 1968, «lasciando una traccia indelebile nei cuori di quanti lo conobbero», lo ricorda la diocesi di Nardò Gallipoli di cui era originario.
Dopo la sua morte, spinto dalla sua fama di santità, l’allora vescovo di Cesena-Sarsina Luigi Amaducci il primo novembre 1985 avvio la causa di beatificazione. Il processo diocesano si concluse nel 1991 e poi gli atti vennero trasferiti a Roma alla Congregazione per le Cause dei Santi. «La dichiarazione di venerabilità annunciata oggi è il frutto di un lungo cammino - scrive la diocesi di Nardò Gallipoli -, durante il quale la Chiesa ha riconosciuto le virtù teologali e cardinali vissute in modo eroico da Don Quintino. Questo riconoscimento non solo celebra la sua testimonianza di fede, ma apre la strada alla beatificazione, che richiederà il riconoscimento di un miracolo attribuito alla sua intercessione».