Alfero, ex asilo: imposto stop ai lavori ma possono già ripartire

Valle Savio

Prima lo stop, imposto con una ordinanza, poi di nuovo il via libera, appena qualche giorno dopo. È stata una battuta d’arresto temporanea quella che ha subito il cantiere dell’intervento di riqualificazione dell’ex asilo di Alfero e dovuta più che altro alla necessità di verificare se fosse necessario o meno chiedere anche il via libera della Soprintendenza.

L’appello

L’edificio, che si trova in via dei Molini ad Alfero, appartiene alla Diocesi di Cesena-Sarsina che qualche giorno fa aveva avviato i lavori di mitigazione del rischio sismico e efficientamento energetico sfruttando gli ecobonus statali per l’edilizia. La struttura in passato aveva ospitato l’asilo “Elena Tommasini” che oggi ha sede in via don Babbini e notando i primi movimenti un gruppo di residenti si era mosso rivolgendo un appello pubblico alla diocesi perché mantenesse l’estetica attuale della facciata che ad oggi si presenta con pietre faccia a vista che capita spesso di incontrare in Appennino. Un timore fondato sulla consapevolezza che la realizzazione del termocappotto, se non fatto internamente, ne avrebbe comportato inevitabilmente la copertura.

L’ordinanza

Non è dato sapere se “a causa” di quell’appello pubblico riportato dal Corriere, ma il giorno seguente la pubblicazione, così si legge nell’ordinanza del Comune di Verghereto, c’è stato un sopralluogo nell’edificio da parte di personale del servizio Edilizia Privata congiuntamente al personale della Polizia Locale che ha permesso di appurare che i lavori erano effettivamente partiti e che alla documentazione in possesso del Comune mancava il pronunciamento della Soprintendenza. Ne è conseguita una ordinanza che ha imposto a proprietà e progettisti l’immediata sospensione dei lavori in attesa di chiarimenti. «Il sopralluogo c’è stato anche su suggerimento della Soprintendenza stessa - spiega il sindaco di Verghereto Enrico Salvi - ma la situazione è subito rientrata».

Di nuovo “via libera”

Per farla rientrare è bastato poco: «Semplicemente l’edificio non è vincolato perché è del 2004», chiarisce don Marco Muratori. Che si trattasse di un edificio di realizzazione abbastanza recente lo riconoscevano anche i residenti dell’appello, che pur attribuendone la realizzazione a un periodo precedente, più che alla Soprintendenza facevano appello alla sensibilità della proprietà. Lo stop è servito agli uffici della Soprintendenza la natura dell’edificio e che non si fosse di fronte a una violazione della norma.

Questione di qualche giorno e i lavori sono ripartiti celermente per dare all’ex asilo, ora centro polifuzionale adatto ad ospitare le attività di diocesi e scout, maggiore affidabilità antisismica e più efficienza sotto il profilo energetico. Quanto alla facciata, il principio passato è che il beneficio che si ricaverà realizzando il termocappotto esterno pesa di più del desiderio di conservarne l’estetica.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui