Bagno di Romagna, il turismo regge ma ha fame di personale e vuole un parco termale

Il turismo “made in Bagno di Romagna” ha chiuso il 2023 con 240.137 pernottamenti, lo 0,6% in più dell’anno precedente, dimostrando una discreta tenuta. Anche se rispetto all’ultimo anno pre-Covid, il 2019, c’è comunque una flessione del 6% e la durata media delle vacanze trascorse qui dai 103.537 arrivati è stata molto bassa: 2,31 giorni. E per il futuro c’è un grande problema da risolvere e una grossa mancanza da riempire.

Carenza di personale

Il nodo da sciogliere è il reperimento del personale: il 46% dei 50 imprenditori del turismo e del commercio che operano nel comune di Bagno di Romagna e sono stato coinvolti in un’indagine di Confesercenti lo ritiene molto difficile, e il 36% abbastanza. Per il 40% questo dipende dal fatto che «le condizioni di lavoro non sono più attraenti» e per il 35% dallo scarso appeal che il lavoro stagionale ha agli occhi dei giovani, mentre solo il 10% pensa che a scoraggiare i potenziali lavoratori siano i bassi salari. Quel che è certo è che si tratta di una questione su cui fare una profonda riflessione e cercare contromisure, perché per il 29% degli interpellati proprio la mancanza di manodopera è il motivo di maggior preoccupazione per il buon andamento dell’attività. Viene considerato un guaio peggiore rispetto all’inflazione e costo delle materie prime (25%), ai costi energetici (22%) e alle tasse troppo alte (16%).

Il parco termale

Come lacuna a cui porre rimedio viene invece indicata l’assenza di un parco termale. Ben il 76% degli imprenditori pensa che sia l’azione prioritaria per attirare turisti, mentre il potenziamento della promozione e la valorizzazione ambientale si fermano ciascuno a quota 9%. Non sembrano quindi esserci dubbi - hanno sottolineato i dirigenti di Confesercenti presentando l’indagine in un incontro a Palazzo Pesarini - sul fatto che la realizzazione di un parco termale «darebbe un nuovo volto alla località, con nuovi impulsi per l’intero comparto turistico, che ne beneficerebbe sia in termini di presenze e sia in termini di escursionisti giornalieri». Un input forte e chiaro ai candidati a sindaco per la stesura dei loro programmi.

Alla ricerca di turisti stranieri

Un’altra esigenza emersa da questo focus sul turismo a Bagno di Romagna è quella di calamitare più turisti stranieri. Solo il 6% delle presenze registrate l’anno scorso sono state di non italiani e più in generale, nell’ultimo quinquennio, non si è mai raggiunto neppure il 7%, con un deprimente 3,7% nel 2020, complice la pandemia. I vacanzieri di lingua tedesca restano i più numerosi: 585 pernottamenti sono stati fatti da abitanti della Germania e 497 da cittadini svizzeri. Sorprende il 5° posto occupato dalla Corea del sud (160 presenze), preceduta da Stati Uniti e Francia.

Fiducia ma senza investimenti

Volgendo lo sguardo verso il futuro, dopo che il 72% degli intervistati da giudicato “ottima” o “buona” la stagione 2023, c’è una cauta fiducia: il 22% prevede che il 2024 sarà migliore, mentre il 10% si aspetta un peggioramento e per gli anni a venire il 42%, è ottimista e il 33% pessimista. Da segnalare, però, un campanello d’allarme: il 55% non ha intenzione di fare investimenti nei prossimi anni, mentre l’anno scorso questo dato era del 14%, mentre c’era un 44% di possibilisti.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui