Bagno di Romagna, il piccolo cimitero di Crocesanta prova a diventare monumentale

Quello di Crocesanta è un piccolo cimitero di montagna da decenni ormai in disuso, ma mai abbandonato perché c’è una piccola comunità che continua a prendersene cura. Per conservarlo meglio, valorizzarne la storia e le storie che conserva, il Comune di Bagno di Romagna, lo ha candidato al bando della Regione per ottenere il riconoscimento di cimitero monumentale. La candidatura, ancora in attesa di risposta, è di quelle un po’ azzardate ma proprio per questo innovative: quello di Crocesanta non corrisponde a quel che di solito viene in mente quando si parla di cimiteri monumentali, ma il senso della candidatura è quello “sparigliare le carte” e includere nella definizione anche un cimitero come quello di Crocesanta che è tipico delle aree rurali e che conserva storie di una certa rilevanza. Tra le storie ancora conservate dalle lapidi anche quella di 5 fratellini, morti a qualche giorno di distanza l’uno dall’altro, si presume per morbillo o tifo.

Il sentiero riaperto

Quelle storie sono state fatte rivivere un paio di settimane fa grazie all’iniziativa organizzata dalle associazioni Tra monti e valli, Cai Cesena, Il Faro di Corzano, L’asilo delle Grazie in collaborazione con Altrove-teatro dal vero. «Hanno partecipato circa 120 persone all’appuntamento del pomeriggio, mentre alla camminata della mattina hanno aderito in 25», racconta Alberto Merendi dell’associazione Tra monti e valli. Per l’occasione, infatti, grazie al lavoro dei volontari è stato riaperto un sentiero ad anello che parte dalla località La Sega e passa vicino al cimitero che nel tempo era stato nascosto dalla vegetazione.

Il cimitero

«Il cimitero di Crocesanta si trova in una zona particolarissima, nel mezzo di un grande campo e in una posizione baricentrica rispetto a una serie di piccoli borghi. È una zona che più volte è stata interessata da terremoti e frane», racconta Merendi, che ha curato un attento lavoro di ricerca sulla storia di questi luoghi. Una delle frane più grandi risale al 1500 circa e fu conseguenza di un terremoto: seppellì Baroncioni, un paesino di cui rimane memoria solo nel nome dell’azienda agricola che ora sorge su quell’area. Dagli archivi sono emersi tanti documenti che raccontano la storia di quest’area. Tra questi ci sono studi scientifici che ne analizzano la sismicità, la documentazione dettagliata della costruzione della chiesa.

Una giornata emozionante

Per l’evento a Crocesanta di qualche giorno fa sono arrivate persone da tutta la provincia, ma anche da fuori regione. «Molte avevano un legame con questi territori, qualche parente ancora seppellito qua», spiega Merendi. Dopo la camminata del mattino, nel pomeriggio partendo dalla località La Sega i partecipanti in una sorta di corteo funebre hanno raggiunto a piedi il cimitero accompagnati dal suono di un violino e raccogliendo fiori di campo lungo il tragitto. È stata realizzata anche l’infiorata, che qui, così raccontano le testimonianze ritrovate, si faceva all’interno del cimitero. Una volta arrivati ci sono state letture delle testimonianze raccolte e dei ricordi condivisi dalla comunità ancora legata a questo posto a cura di Enrico Gentili e Sara Buccherini di Altrove. A fare da sfondo una mostra allestita con le foto di Aldo Neri, che cinquant’anni, in una delle sue prime uscite fotografiche immortalò anche il cimitero. «È stata una giornata particolare, in cui tante persone si sono reincontrate o hanno riconosciuto una parte della loro storia familiare o si sono riconosciuti nelle foto», commenta Merendi che insieme all’assessora Claudia Mazzoli ha raccontato la storia del posto. Una giornata carica di emozioni che nell’auspicio dell’associazione Tra monti e valli rappresenta l’inizio di un percorso di valorizzazione di questo luogo ancora poco conosciuto.

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