Una nuova testimonianza a domicilio per la mamma di Cristina Golinucci

Cesena
  • 15 settembre 2024

Una posizione geografica approssimativa ma abbastanza puntuale da poter anche ipotizzare delle ricerche a 32 anni di distanza. In un punto dove quei “sacchi neri maleodoranti” potevano anche essere stati scagliati. «Alla fine è venuta lei da me. Si è messa a completa disposizione ed ho sentito una grande empatia ascoltando le sue parole e guardandola». Marisa Degli Angeli ha incontrato due sere fa una delle persone che recentemente è entrata a far parte dell’indagine sulla scomparsa della 21enne di Ronta datata 1 settembre 1992.

Il caso

La vicenda è emersa solo alla fine del mese di agosto. Quando l’avvocato Barbara Iannuccelli prima e la stessa madre di Cristina Golinucci poi hanno ricevuto telefonate da Mercato Saraceno. Una donna ha raccontato che il padre, oggi ultra 80enne, vedeva spesso un frate e una ragazza addentrarsi nella stessa zona boschiva di Montepetra dove lui era solito andare in cerca di funghi e asparagi selvatici. E un amico dello stesso, ora morto, che nel periodo della scomparsa di Cristiana gli aveva intimato di non portarsi più in quei luoghi perché c’erano dei sacchi neri maleodoranti che avrebbe segnalato ai carabinieri.

Marisa Degli Angeli si è incontrata due sere fa con la figlia di questo secondo signore di Montepetra, morto un anno fa: «È venuta lei a casa mia invertendo il programma di visita per la pioggia che rendeva poco agevole la strada verso la sua abitazione. Mi ha spiegato che sia lei che l’altra donna sono state ora ascoltate dagli investigatori della Procura. Non ha idea se il padre all’epoca avesse effettivamente segnalato ai carabinieri la presenza di quei sacchi sospetti. Ma è stata in grado di indicare con certezza i luoghi. Un punto di macchia e bosco dove dei sacchi con qualcosa di sospetto all’interno potrebbero esser anche stati gettati dall’alto della strada. E non per forza portati all’interno e appoggiati».

Ora che l’area è circoscritta debitamente si possono ipotizzare anche ricerche mirate nella speranza che, anche a distanza di tanto tempo, i cani molecolari possano individuare punti con residui di resti umani. Il timore infatti di mamma Marisa ora è che qualcuno dal parcheggio del convento dei cappuccini possa essere salito con Cristina fin lassù. Per poi farle del male e abbandonarne le spoglie.

La difesa della famiglia Golinucci ha ipotizzato di eseguire in proprio delle ricerche. Ma prima attenderà di capire se sia intento della Procura eventualmente eseguirne, anche con mezzi più tecnologici rispetto ai meri cani da ricerca tracce.

Le indagini

Tutto passa dall’udienza, ancora fissata per il 26 settembre malgrado la richiesta di posticipo depositata, per l’opposizione all’archiviazione. Il Gip che dovrà occuparsene è in ferie e non ha preso decisioni in nessun senso. Anche un’eventuale archiviazione di questa indagine partita a febbraio 2023 (che ha visto coinvolta anche la figura di Chiara Bolognesi, morta sempre nel 1992 con l’ipotesi di un predatore sessuale in azione a Cesena) potrebbe comunque non mettere una nuova “pietra sopra” al caso. Tecnicamente è ipotizzabile infatti che chiusa questa fase d’indagine il pm Brunelli possa avere comunque in animo di aprire un nuovo fascicolo. Proprio poggiando su queste prove testimoniali e sulle tante persone che, sempre in queste settimane, è emerso come non siano mai state ascoltate ufficialmente o la cui testimonianza non è mai finita agli atti. Come il precedente fidanzato di Cristina Golinucci oggetto di un esposto-memoria da parte dell’autore cesenate Giacomo Garaffoni, o delle donne di cui è tornata a parlare in queste ore anche l’avvocato Barbara Iannuccelli sempre sul portale change.org, dove le firme per non archiviare il caso Golinucci sono arrivate già a quota 40.467.

«Una testimone oculare mai ascoltata in 30 anni di indagini. I racconti di tre donne che hanno riferito le sue parole agli inquirenti, inspiegabilmente spariti dal fascicolo. C’è un altro mistero nel mistero, nella scomparsa di Cristina. Il giudice che deve decidere se archiviare il caso l’ha scoperto solo di recente. È l’1 settembre 1992 quando la 21enne svanisce dal parcheggio dei cappuccini di Cesena. Pochi giorni dopo due donne si incontrano per caso fuori dal convento. Una è in attesa di confessarsi, l’altra di sua figlia che fa jogging. Racconta di avere visto spesso Cristina nel parcheggio, anche il pomeriggio in cui è scomparsa. Discuteva animatamente con un uomo più grande, che per calmarla la coccolava. Aveva una chierica da frate, o un principio di calvizie. Le due donne non si incontreranno più. Ma quel racconto viene subito riportato a una parrucchiera di Cesena e poi agli inquirenti. Nei giorni successivi una pattuglia se lo fa ripetere da almeno tre persone, tra cui quella che per prima l’ha sentito al convento. Gli investigatori sono tornati da una di loro anche nei mesi scorsi. Ma di tutto questo nel fascicolo non c’è traccia: nessun verbale, nessuna testimonianza. Resta da capire se quelle dichiarazioni non siano mai state messe agli atti, e perché».

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