Steward anti-covid sottopagati a Cesena: la rabbia dei sindacati

Cesena

«Una vergogna inaccettabile». È il giudizio lapidario di Giuliano Zignani, segretario regionale della Uil, a proposito di un cambio di gestione con cui si sono reclutati a costi stracciatissimi gli steward anti-Covid per gli ospedali del territorio. Quelli che accolgono nell’atrio del Bufalini e all’ingresso di altre strutture sanitarie chi vi accede, controllando che indossi la mascherina, facendo igienizzare le mani, misurando la temperatura coi termometri digitali e facendo opera di smistamento per garantire il distanziamento.

Il sindacalista cesenate è sobbalzato quando ha letto che nel passaggio da “Formula Servizi” a “Gsa Spa” gli addetti hanno visto precipitare la paga oraria da 6,50 euro lordi a 4,70. Livelli talmente bassi che qualcuno di loro ha rinunciato al proprio diritto di proseguire l’attività che già svolgeva.

La reazione immediata di Zignani è stata quella di contattare l’assessore regionale al Lavoro, Vincenzo Colla, a cui ieri ha espresso un grande sconcerto e ha chiesto lumi. Sono quattro le domande che fa: «Perché le organizzazioni sindacali non sono state interpellate? L’Ausl era al corrente di questa novità? Che fine ha fatto il principio contenuto nel Patto per il lavoro firmato in Regione, in base a cui ci si è impegnati, quando si affidano servizi pubblici, a garantire l’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro firmati dai sindacati più rappresentativi? E che ne è stato della clausola sociale, per cui nei cambi d'appalto vanno riassunti alle stesse condizioni i lavoratori in forza al precedente gestore?».

Zignani sfida a trovare un contratto collettivo di lavoro serio che prevede compensi di 4,70 euro lordi all’ora. Ed è infuriato perché «non c’è stato alcun confronto coi sindacati, facendo tutto in modo sotterraneo, sulla pelle dei lavoratori e lavoratrici». Il segretario della Uil è davvero un fiume in piena: «In un momento in cui chiediamo con insistenza il rispetto delle regole e lottiamo per il rinnovo dei contratti, è intollerabile quanto è trapelato sulla gestione del servizio d’accoglienza all’entrata degli ospedali. Come facciamo a chiedere ai privati di rispettare i diritto, se non lo facciamo neppure nelle strutture pubbliche? In un momento come questo in cui il Covid condiziona le vite di tutti, che accadano cose del genere in un ospedale è poi ancora più grave. Quando diciamo che in Emilia-Romagna siamo i migliori e che il nostro sistema sanitario è eccellente, dobbiamo dimostrarlo anche in occasioni come questa». Resta da capire che ruolo abbia avuto l’Ausl in questo cambiamento, o addirittura se ne fosse a conoscenza, ma se così non fosse ci sarebbe comunque un problema di mancato controllo. E allora «l’Ausl o chi di dovere chiarisca cosa è successo e come è potuto succedere».

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