Seconda condanna al terrore dell’ospedale di Cesena: stavolta dovrà anche pagare le spese di detenzione

Doveva restituire un telefonino rubato. Una volta incontrata la vittima del furto l’ha però aggredita con un collo rotto di bottiglia. E quando la Polizia ha cercato di fermarlo, ha picchiato gli agenti e messo a soqquadro la cella di sicurezza del commissariato.
Ha sommato un’altra condanna, dopo la recentissima per un altro episodio, Mounir Noumi, il 31enne di origini tunisine salito tra maggio e giugno più volte alle cronache per numerosi atti di violenza commessi in ambito ospedaliero. Ieri nell’aula del giudice Federico Casalboni si discuteva dell’arresto avvento il 2 giugno ai giardini Savelli. Qui Mounir (difeso dall’avvocato Elisa Spadafora) dopo essere fuggito dal Bufalini, attorno alle 16 aveva raggiunto la zona dei giardini Savelli.
Doveva incontrare un giovane al quale aveva promesso di restituire uno smartphone rubato. Invece una volta incontrato l’uomo, ha iniziato ad aggredirlo, minacciandolo con un collo rotto di bottiglia. Sul posto è stata chiamata la Polizia e gli uomini del Commissariato hanno prima dovuto inseguirlo mentre scappava tra le case, poi hanno dovuto ripararsi da calci e pugni che sferrava per scappare. Infine hanno dovuto far la conta dei danni tra auto d’ordinanza e cella di sicurezza in cui era stato rinchiuso in attesa della convalida dell’arresto.
Il rito di giudizio direttissimo (pm Francesco Buzzi) si è concluso ieri. Con una condanna a un anno e sei mesi alla quale il giudice ha applicato oltre alle spese di legge anche il pagamento da parte del “terrore del Bufalini” del suo mantenimento in regime carcerario.
Mounir anche questa volta ha ascoltato l’udienza in videocollegamento dal carcere di Rimini: pochi giorni fa, sempre senza sospensione condizionale della pena, era stato condannato ad un anno e otto mesi che si sommeranno a questa seconda sentenza. In quel caso doveva rispondere dei danneggiamenti ad un bar di Ruffio e alla fuga sui tetti delle abitazioni di Villa Casone, quando dopo alcune ore la Polizia era riuscita a fermarlo colpendolo col taser. Mentre sconterà queste due condanne, si sommeranno facilmente per lui altri provvedimenti giudiziari. Ci sono altri due episodi avvenuti nello stesso arco temporale di cui deve rispondere e per i quali era stato denunciato a piede libero. Uno dei quali è l’aggressione a calci di un’infermiera al Bufalini.