Scuola: nasce a Cesena il tavolo permanente tra famiglie ed istituzioni

La scuola aperta alla partecipazione delle famiglie, concepita come il luogo per eccellenza della libera circolazione delle idee è aperta alla relazione con la città. L’assessora alla Scuola e ai Servizi per l’infanzia Maria Elena Baredi ha presentato e discusso con i dirigenti la proposta di un tavolo permanente che sancisca e formalizzi la collaborazione tra la città e la comunità scolastica.
“L’idea principale - commenta - è quella di far sentire tutte le scuole appartenenti alla comunità educante della città e di costruire un dialogo orizzontale e verticale tra i diversi ordini e gradi di scuola. Ogni classe, ogni plesso e ogni scuola sono microcosmi all’interno dei quali si trovano le molteplici sfumature di una società intera. Per questo è opportuno lavorare sempre più a stretto contatto creando collegamenti tra le rispettive esperienze scolastiche e creando le basi per una visione d’insieme legata alla formazione per genitori, educatori, insegnanti e operatori. Ecco che per fare questo diventa fondamentale – prosegue l’Assessora Baredi – il dialogo tra le scuole. Sentirsi parte di una comunità educante significa che i nidi d’infanzia devono sapere cosa accade negli istituti superiori e viceversa”. Per tutte queste ragioni, l’assessora ha proposto la costituzione di un tavolo di lavoro al quale saranno chiamati i questi mesi a farne parte anche tutte le Istituzioni che, a vario titolo, partecipano al sistema scolastico della città
All’incontro di presentazione hanno preso parte tutti i dirigenti dei tre gradi di scuola (direzioni didattiche, istituti superiori, istituti scolastici ed educativi privati). Al tavolo inoltre aderiscono l’Ausl Romagna – distretto Cesena/Valle Savio, il Dipartimento universitario di Psicologia, assessora all’Università e alla Politiche giovanili Giorgia Macrelli, il responsabile dell’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna (sede provinciale Forlì-Cesena), referenti delle associazioni locali in ambito educativo, rappresentanti dei genitori nei consigli di Istituto, rappresentanti degli studenti, Quartieri, i responsabili degli enti di formazione professionale. La prossima fase sarà quella dell’adesione ufficiale al nuovo organismo di dialogo e confronto di tutte le parti citate.
Su proposta dell’Assessorato inoltre si è deciso di pubblicare un piccolo volume che raccolga alcune riflessioni di tutti i dirigenti sui 50 anni dai decreti delegati. Il 31 maggio del 1974 furono infatti approvati i decreti delegati. Si può affermare che la “scuola dei decreti delegati” fu il risultato di un lungo percorso di modernizzazione del sistema scolastico nazionale, iniziato già a partire dai Programmi di didattica della scuola elementare del 1955 e dall’introduzione del modello didattico del cosiddetto “tempo pieno” nel 1971, che inglobavano le istanze della cosiddetta “scuola attiva”, tendente a formare menti critiche e aperte, a definire le finalità formative dell’istruzione di base (“leggere, scrivere e far di conto”) e nello stesso tempo aprendosi alle istanze di una società in rapida trasformazione economica e sociale, dilatando in senso verticale e curricolare il tempo di permanenza a scuola degli alunni, ampliando con ciò l’offerta formativa.