Povertà: i dati della Caritas di Gambettola dicono che è stato un anno nero

Bilancio di un 2023 difficile per la Caritas di Gambettola, che dopo la pandemia e la guerra in Ucraina ,che ha portato anche a Gambettola famiglie di profughi da supportare, ha dovuto fare i conti anche con l’alluvione e un lutto, che si è trasformato in aiuto alle sempre più frequenti difficoltà con cui sono alle prese mamme sole con figli.
Un anno nero
«Quando ci pareva di scorgere una luce in fondo al tunnel - affermano don Sauro Bagnoli e Ramona Baiardi responsabile della Caritas di Gambettola - con l’alluvione di maggio tante famiglie si sono trovate ad affrontare gravissimi danni alle abitazioni, dopo che il torrente Rigossa ha esondato a Gambettola. Anche i volontari Caritas si sono prontamente attivati per portare un aiuto concreto. Siamo intervenuti con raccolta di beni di prima necessità per pulire dal fango locali e cortili, portando subito tutto quanto alle famiglie nelle case lungo le strade alluvionate, fino alla vicina Cesena. Nei giorni e mesi a seguire abbiamo affiancato e sostenuto le famiglie più deboli con l’ascolto dei loro bisogni, consegne di alimenti, buoni spesa, acquisto piccoli elettrodomestici e contributi per 10.550 euro. Questi interventi sono stati possibili grazie alla generosità di aziende, enti, associazioni sportive e privati cittadini che si sono affidati alla nostra Caritas per raggiungere le famiglie colpite in stato di bisogno».
Poi, il 22 giugno, la comunità è stata scossa da un grave lutto: «C’è stata la prematura scomparsa di Valentino Golinucci - prosegue Baiardi - e la moglie Paola, da sempre nell’equipe Caritas, insieme ai figli Marco e Andrea, ha deciso di devolvere le offerte raccolte durante le esequie a favore dei nuclei fragili costituiti da mamme sole con figli. Così abbiamo provveduto a pagare affitti e bollette, per una cifra di oltre 3.500 euro».
Aiuti materiali ma non solo
Le meritorie attività della Caritas vanno «dall’ascolto delle famiglie in difficoltà segnalate dai servizi sociali e dai sacerdoti - aggiunge Baiardi - alla raccolta e distribuzione derrate alimentari ogni sabato pomeriggio, dal confezionamento pacchi viveri e beni di prima necessità mensili al mercatino del riuso aperto ogni sabato, e poi le visite a domicilio alle persone più fragili. Sono stati 1.451 gli interventi diretti sulle famiglie, che hanno comportato il rilascio di buoni spesa, l’acquisto di alimenti mancanti e il pagamento utenze. Il tutto con l’impiego di quasi 18.000 euro. Resta sempre l’ascolto delle persone il cuore della relazione di aiuto che cerchiamo di mettere in pratica, dove chi ascolta e chi è ascoltato sono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, cercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno. Nel 2023 sono state 63 le famiglie seguite. Nel 59 % dei casi sono state le donne a rivolgersi allo sportello Caritas. Il 51 % dei nuclei è di origine italiana e le cittadinanze straniere più presenti tra gli utenti sono quelle nigeriane, tunisine, ucraine, marocchine».
Rete di solidarietà
«Sottoccupazione, morosità, malattia, dipendenza, ludopatia - proseguono parroco e responsabile Caritas - sono alcuni dei problemi che incontriamo. Riteniamo molto importante fare rete con tutte le diverse componenti delle nostre comunità, per sollecitare l’attenzione ai bisogni e stimolare la solidarietà a tutti i livelli, partendo da coloro che abbiamo vicino e dalle piccole attenzioni nelle relazioni quotidiane, secondo lo spirito del Vangelo. A questo riguardo, diventa fondamentale il percorso continuo di formazione che i volontari fanno sia con il laboratorio Caritas diocesano, che quello spirituale con incontri mensili guidati dal sacerdote don Zimmè».
Infine, un «grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato» e un invito: «Lavoriamo insieme per un nuovo anno che sia di pace, salute e solidarietà».