Patuelli: «La Romagna è diventata la California d’Italia e d’Europa, ora il modello va aggiornato»

Cesena
  • 26 settembre 2025

CESENA. «La Romagna è fatta di gente che ha gran voglia di lavorare, un grande entusiasmo e divertimento nel lavoro, tutte le mattina quando c’è l’alba c’è il gusto di lavorare con gente intelligente e dinamica. Diciamolo chiaro: la trasformazione della Romagna dagli anni 50 in poi è un miracolo economico, è diventata la California d’Italia e d’Europa, ora quel modello deve essere aggiornato ma la volontà e l’entusiasmo ci sono tutti».

Lo ha detto il Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi) e della Cassa di Ravenna Antonio Patuelli intervenendo al Teatro Bonci di Cesena alla nona edizione di Fattore R, il forum economico promosso da Unioncamere e aperto ieri dal presidente della Regione Emilia Romagna Michele de Pascale.

Il presidente Patuelli, incalzato dalle domande, ha tracciato un quadro dello scenario internazionale, nazionale e locale. «Mi preoccupano più di tutto i rischi bellici», ha detto, «mi preoccupano e mi angosciano le guerre in atto, da tre anni quella russo-ucraina e da due anni quella del Medio Oriente che dal 1948 è la più prolungata e la più sanguinosa. Cerco di capire il presidente Trump ma faccio grande fatica. Aveva accolto in Alaska Putin con grandi onori e ora ha incoraggiato i paesi europei ad abbattere aerei se superano il confine. Ci sono regole Nato che conosco bene, e so che l’apparato Nato prevede e applica regolamenti precisi. Se c’è un aereo non segnalato che non deve entrare nello spazio aereo, partono almeno due caccia con funzioni preventive e difensive entro tre minuti dall’avvistamento e questa capacità di reazione è in atto anche ora, per cui invocare abbattimenti può portare solo ulteriori conflitti che bisogna evitare con senso di responsabilità».

Poi il passaggio al tema dei dazi. «Da 80 anni», ha detto, «la linea dell’Occidente era quella dell’apertura dei commerci, di organismi internazionali che dovevano garantire dalle controversie. Gli effetti dei nuovi dazi non li vediamo ancora, infatti finché non sono stati applicati c’è stato un naturale incremento delle esportazioni verso gli Stati Uniti. L’Europa e l’Italia stanno operando per cercare nuovi sbocchi commerciali: ci si riuscirà ma ci vorrà tempo, il rischio di una recessione non può essere escluso».

Inevitabile la domanda sulle proposte di tassazioni extra per le banche. «Oggi è il 26 settembre», ha risposto Patuelli, «ed io non partecipo alla campagna elettorale. Tra due giorni si vota nelle Marche e in Val d’Aosta, il 12 ottobre nella grande Toscana ed altre regioni sono attese alle consultazioni elettorali, così si va avanti fino al 23-24 novembre. La legge di bilancio viene preparata in una fase di campagna elettorale. Più c’è campagna elettorale e più sto zitto. Ma qui a Fattore R mi si chiedono risposte e io ho un viatico civile, che mi porto sempre: il viatico è la Costituzione della Repubblica».

Patuelli legge la Costituzione: «L’articolo 53 della Costituzione dice: tutti sono tenuti a contribuire alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è uniformato a criteri di progressività. Noi paghiamo già il 3,5 % in più di Ires e lo 0,75% in più di Irap. Le banche sono centrali nell’economia e non possono essere coinvolte in queste polemiche. Dico solo che paghiamo già il 26% di tutte le imprese, l’addizionale Ires più l’addizionale Irap. Quando un azionista riceve il dividendo in contanti ha anche la ritenuta d’acconto, il totale fa circa il 55% di tassazione».

Chiamato a parlare del bilancio semestrale record della Cassa di Ravenna: il migliore dal 1840, Patuelli ha spiegato: «Non ci si deve meravigliare molto dei dati positivi di Cassa Ravenna. Dal 1840 la Cassa di Ravenna ha sempre fatto bilanci in utili, anche durante le guerre risorgimentali, prima e seconda le due guerre mondiali, con il Covid e la crisi del debito sovrano».

Come possono le banche aiutare le imprese? «Attualmente c’è più offerta di prestiti da parte delle banche che richiesta da parte delle imprese. Mentre per le famiglie da 7 mesi c’è una forte richiesta di ottenimento di mutui. Negli ultimi due mesi c’è anche un incremento dei prestiti alle imprese. Non c’è da meravigliarsi. Con l’incertezza dei dazi è difficile investire non sapendo dove sono gli sbocchi per le esportazioni. La leva che deve incentivare le imprese è la pressione fiscale: che incentiva a investire e non è distribuzioni di risorse discrezionali».

Patuelli ha chiuso con una fotografia dell’economia in Romagna, tema centrale di Fattore R: «L’economia in Romagna, e lo dico da ravennate, è un mosaico di complementarità. Ci sono settori trainanti e altri meno. Ci sono fattori più legati all’economia internazionale che risentono degli andamenti globali, e altri più locali. Qui abbiamo ad esempio qualche problema per il turismo. La Romagna non è un elemento puntiforme ma un aggregato poliedrico con offerte turistiche plurime, non solo legate alla spiaggia, con ad esempio i parchi naturali o l’immenso patrimonio culturale e storico».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui