Nuovo maxi risarcimento alla Pm: Comune di Cesena condannato

Cesena

CESENA. Ancora un’eredità scomoda per il Comune a causa della riorganizzazione interna al corpo di Pm che venne decisa dall’ex comandante di polizia municipale Ernesto Grippo.

Un altro ispettore del corpo di polizia locale ha visto, poche ore prima del Natale, in un “regalo” che per altro era comunque già atteso, chiudersi il proprio iter giudiziario con la decisione da parte del giudice di condannare l’amministrazione pubblica a risarcirla di 80 mila euro.

Dopo il caso della vice comandante (risarcimento per mobbing e demansionamento da 106 mila euro ed immediato reintegro nel ruolo deciso dal giudice) il giudice de lavoro Luca Mascini del Tribunale di Forlì aveva già comunicato la decisione di dover erogare all’ispettore Ermes Zalambani un risarcimento di 56.851 euro più interessi maturati in cinque anni di attesa. A questi il Comune dovrà aggiungere un’altra cifra attorno agli 8 mila euro (ancora da calcolare nei dettagli) su una specifica indennità di responsabilità; oltre 9.000 euro di spese legali.

Il giudice aveva iniziato circa 5 anni fa ad esaminare le vicende dell’ispettore capo Ermes Zalambani assieme a quelle dell’ispettore capo Francesca Abbondanza. Anche lei assistita dagli avvocati Raffaele Pacifico e Simona Arrigoni, era davanti allo stesso giudice a chiedere risarcimento.

Il 12 dicembre c’era stata l’udienza per esplicitare il quantum relativo ai danni patendi.

Poche ore prima del Natale è arrivata la decisione del giudice: risarcimento di 80 mila euro anche per l’ispettrice.

Come contestato in passato anche nel caso della vice comandante Gennaretti, in questi due ricorsi si parlava di assegnazione degli ispettori a posizioni di lavoro ed incarichi inferiori e non conformi alla categoria ed alle qualifiche possedute, con grave diminuzione della retribuzione, in violazione anche dell’obbligo di preservare ed incentivare la professionalità precedentemente acquisita dai dipendenti nella carriera lavorativa. La vicenda riguarda, inoltre, la mancata possibilità per i ricorrenti di ricevere il doveroso aggiornamento professionale.

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