La Fiera che verrà

Cesena

CESENA. La fiera che verrà promette di stupire. Non solo per il nuovo look che avranno i padiglioni a Pievesestina, grazie ad un investimento di 2 milioni e mezzo di euro. Forse, ancor più dell’ammodernamento del contenitore, sono stuzzicanti le nuove iniziative, all’insegna del food e del wellness, che si punta ad ospitare all’interno.

Ieri il presidente di Cesena Fiera, Renzo Piraccini, affiancato dal sindaco Paolo Lucchi, ha mostrato ai giornalisti i primi lavori già fatti per riqualificare la vecchia struttura fieristica, che hanno comportato finora un costo di 700 mila euro. Poi ha fatto il punto su quanto resta da fare. Lunedì 7 settembre l’illustrazione sarà ripetuta alle ore 17.30, presso la fiera, in un appuntamento aperto a cui è invitata tutta la cittadinanza.

Tutto sarà ultimato esattamente tra un anno e alla fine si spenderanno circa 2 milioni e 500 mila euro. Una somma molto elevata in proporzione al fatturato dell’ente fieristico, che supera di poco i 3 milioni.

E’ già stato sistemato, con una resinatura dei pavimenti ed una nuova illuminazione a led, il padiglione B, che è quello centrale. Seguirà un intervento simile nel padiglione C. Entrambi sono destinati ad ospitare manifestazioni fieristiche. E’ stata inoltre ammodernata la sala convegni, dotata di tre maxi schermi e di tecnologie avanzate, che ha cambiato anche none: non più “Sala Europa” ma “Sala dei tre Papi”. Così come la “Sala Vede” sarà ribattezzata “Sala Malatesta Novello” e verrà anch’essa riqualificata. Metamorfosi già effettuata anche in quella che è stata chiamata “hall degli artisti”: trasformata in uno spazio espositivo, cambierà allestimento tre volte all’anno e sarà lo spazio vocato per i rinfreschi che accompagnano certi eventi.

Nei prossimi mesi si metterà mano ai padiglioni A (davanti all’ingresso) e D (a destra dell’entrata), che fungeranno da spazi polifunzionali: muniti di pareti mobili (oltre che di un nuovo controsoffitto alto 5 metri e mezzo), potranno avere una superficie variabile, in modo da ospitare iniziative da un minimo di 100 persone ad un massimo di 2 mila. Sul fronte servizi, va segnalata la realizzazione di un ristorante, che potrà contare su una cucina di 125 metri quadrati, da affidare ad un partner qualificato. Infine, verrà abbellita l’area esterna, con un giardino perimetrale ed una fontana.

Passando dall’involucro al contenuto, si profilano all’orizzonte due novità molto interessanti. Una è la creazione, all’interno del padiglione D, di una scuola di cucina, chiamata a mettere in moto corsi, degustazioni, eventi didattici e tante altre idee legate al mondo del cibo e del vino. Per portare avanti questo progetto si è fatta avanti, mostrando il proprio interesse, una realtà di primo piano del settore: “Ul Gambero Eosso”. La sfida è dare vita ad una “Città del gusto della Romagna”, che nella provincia di Forlì-Cesena potrebbe essere arricchita da brand consolidati come “Casa Artusi” ed “Eataly”.

Per quel che riguarda le manifestazioni fieristiche, accanto a quelle collaudate come “Ruotando”, “Hobby Farmer”, “Sposi in Cesena” e i mercatini dell’antiquariato, si cercano alleanze con imprenditori della zona per arricchire l’arsenale ed una promette particolarmente bene. Dovrebbe chiamarsi “Solo Romagnolo” e la prima edizione è prevista dal 26 al 28 febbraio prossimi: sarà una sorta di carrellata in anteprima sulle numerosissime sagre organizzate in Romagna e vedrà in campo “Media Consulting”.

Ma è solo l’inizio, perché il “new wave” della fiera cesenate è molto ambizioso: l’obiettivo è fare del polo di Pievesestina, la cui metratura resterà invariata a quota 17 mila metri quadrati, uno dei più importanti in regione per iniziative medio-piccole ma di qualità, lasciando invece a Rimini l’onere e l’onore dei grandi eventi.

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