“Sogno o son desto”, Massimo Ranieri questa sera a Cesena

L’internazionalità di Sogno o son desto così come dell’ex “scugnizzo” Ranieri, è stata confermata da una tournée in Usa e Canada, e ora in una nuova versione dello show. A Cesena va in scena in un’atmosfera festosa, per continuare il viaggio dell’istrionico Ranieri condiviso da un pubblico fedelissimo che non lo abbandona. L’idea della serata è di vivere una magnifica avventura sospesa tra il gioco della fantasia e le emozioni sincere della vita. L’artista interpreta i suoi evergreen e i maggiori successi musicali, ma sempre con la verve di attore-narratore. Nella nuova versione dello spettacolo, Ranieri esalta più di prima anche il gusto (per lui irrinunciabile) della tradizione umoristica napoletana, quella del coup de théâtre, oltre al piacere della sorpresa. Più di ogni altra cosa però, Massimo Ranieri desidera conquistare dimostrandosi semplicemente se stesso.
Se il tour Sogno o son desto 400 volte sta per finire, aumentano i nuovi impegni; il pubblico televisivo potrà seguire Ranieri in diretta tivù; è l’ospite principale dello spettacolo di Rai 1 di San Silvestro L’anno che verrà, condotto da Amadeus. Il 31 dicembre Ranieri canterà e intratterrà sulla piazza di Matera.
Un’altra sorpresa è attesa nel 2019 e dedicata ai fan di Massimo Ranieri in veste di attore. L’artista tornerà a teatro in uno dei grandi classici del Novecento quale è “Il gabbiano” di Cecov, nella lettura registica di Giancarlo Sepe, autore che ama raccontare anche con musica e movimento. Lo spettacolo debutta in marzo a Roma per poi girare l’Italia in tour; sarebbe bello passasse anche dal Bonci dove Massimo Ranieri fu protagonista di spettacoli indimenticabili. Il pubblico âgé lo ricorda nel “Rinaldo in campo”, ma anche ne “L’anima buona del Sezuan” diretto da Giorgio Strehler, e poi nei panni del re del circo “Barnum”, fino a “Hollywood” e “Il grande campione” sulla vita del pugile Marcel Cerdan che amò Edith Piaf. «Forse inconsciamente ho sempre voluto fare questo – ci confidò in camerino –, il cantante è stato un apripista per l’attore. Fu Patroni Griffi a scoprirmi nel 1972, stavo partendo militare. Mi disse: credo tu sia pronto per il teatro. E mi chiamò per “Napoli chi resta e chi parte” di Raffaele Viviani».
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