E45: Anas spinge per riaprire, sindaci e Regione a tu per tu col ministro
A giorni a Roma dal ministro
La prossima settimana (probabilmente martedì o mercoledì), in un incontro a Roma con il ministro alle Infrastrutture Toninelli toccherà ai rappresentanti delle istituzioni locali cercare di sbrogliare questa matassa. Ieri il sindaco di Cesena e i suoi colleghi della vallata del Savio e non solo si sono incontrati a Palazzo Albornoz con il presidente della Regione Stefano Bonaccini e con i professionisti dell’Anas per fare il punto in attesa di quell’appuntamento. Un appuntamento in cui chiederanno prima di tutto che il viadotto Puleto venga messo in sicurezza il più rapidamente possibile e torni quindi a essere transitabile, adottando le stesse procedure accelerate a cui si è fatto ricorso per fronteggiare la tragedia del ponte Morandi di Genova. Inoltre, si chiederà di dichiarare lo stato di calamità naturale, così da attivare aiuti speciali a favore delle popolazioni colpite.
Anas: «Viadotto da riaprire»
Se si presta fede a quanto ha detto ieri Mario Liberatore, responsabile dell’Area compartimentale Emilia-Romagna di Anas, quando i vari sindaci interessati, Bonaccini, le organizzazioni delle imprese e i sindacati saranno nella capitale, l’urgenza potrebbe anche essere in via di superamento. Da Anas continuano infatti a ribadire che «il viadotto Puleto, come tutti i viadotti, è costantemente monitorato e non presenta criticità tali da doverlo chiudere. Quindi confidiamo in un veloce dissequestro da parte dei magistrati, ai quali stiamo consegnando la documentazione per prendere questa decisione. Eventualmente con qualche limitazione alla circolazione, anche se la struttura è in grado di assolvere pienamente la propria funzione e quindi per noi si può riaprire una corsia per ciascuna direzione di marcia». Dopodiché si potrà procedere con «un intervento da quasi 3 milioni di euro per sostituire gli appoggi del ponte, ripristinare i copri-ferri rovinati e rifare i cordoli. I lavori per queste opere - prosegue Liberatore - sono già stati consegnati il 18 dicembre scorso e si stava predisponendo il cantiere. La durata dovrebbe essere di 6 mesi, ma proveremo a ridurre questi tempi, e non ci sarà necessità di interrompere il traffico». Poi una riflessione più generale sulla E45: «Per noi è un itinerario strategico - dichiara il dirigente di Anas - e perciò abbiamo previsto nel nostro Piano quinquennale interventi per 1,6 miliardi di euro totali, che stanno partendo e consentiranno di riqualificare l’intero tracciato».
Strade alternative
Dal canto suo, Bonaccini auspica che «possa essere sbloccato il sequestro e quindi ripristinata la viabilità», ma puntualizza che «al primo posto deve esserci sempre la sicurezza». Per quel che riguarda la viabilità alternativa, la strada Pratieghi-Verghereto o i Mandrioli sono percorribili, ma con un allungamento dei tempi di almeno 1 ora, per non parlare della minaccia incombente del meteo (ieri nella zona di Balze la neve ha fatto finire fuori strada un grosso camion). Perciò la sola alternativa logica per evitare il giro larghissimo attraverso la A14 e la A1 (dagli snodi di Bologna o di Fano-Ancona) è la ex Statale 71 Umbro-Casentinese, ora di competenza della Provincia. Il problema è che il tratto romagnolo è transitabile, e Bonaccini si è anche detto pronto a «mettere risorse straordinarie della Regione per migliorarlo», ma sul versante toscano alcuni chilometri della strada sono chiusi da tanto tempo. Su questo fronte, i contatti tra le istituzioni delle due regioni saranno serrati: già oggi dovrebbe esserci un incontro tra i presidenti.
Disastro economico
Il sindaco Paolo Lucchi, che sta seguendo la vicenda anche in veste di presidente dell’Unione Valle Savio, chiede a tutti «risposte rapide e concrete», sottolineando i danni pesanti pariti da alcuni settori economici. A partire dal turismo, visto che «ci hanno riferito che dalla Toscana, dall’Umbria e dal Lazio arrivano nei nostri territori 70.000 turisti all’anno, quasi un terzo del totale», e per tutti loro la E45 è il collegamento viario naturale. Per fare un esempio più specifico, l’area di servizio di Canili, senza più passaggio, sarà costretta a lasciare a casa quattro dipendenti.