Cesena, il sindaco chiude mandato: "Torno a lavorare con mia moglie, ma il Pd non si sieda"

Cesena

CESENA. Giura che in giugno andrà a lavorare nel bar della moglie e che poi tornerà in Confesercenti, ma anche che "la mia pancia non mi permetterà di guardare da spettatore lontano" le prossime amministrative. "Osserverò da un angolo, parteciperò senza interferire", dice oggi il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi nella conferenza stampa di fine anno convocata per fare il punto sui suoi dieci anni di mandato. E al suo partito, il Pd, manda a dire "di non sedersi, perché è nei conti che il centrodestra abbia un peso superiore rispetto a qualche anno fa". A chi gli chiede poi se prevede il ballotaggio a giugno per il suo successore, Lucchi risponde che già nel 2014 lo aveva evocato, e che "è prevedibile già da parecchi anni". Però, si affretta ad aggiungere, "Dai sondaggi che abbiamo fatto, risulta che qui c'è una differenza del 10% nella propensione al voto rispetto alle elezioni politiche", lasciando intendere che questa differenza va a vantaggio del centrosinistra.

Se poi deve dare un consiglio a chi si siederà nel suo ufficio dall'estate prossima "di qualunque colore sia", Lucchi auspica sia "serio, onesto, non promettere cose che non è in grado di realizzare". Ma "deve anche guardare avanti e rispettare i valori forti dei cesenati". Detto ciò, tra le eredità che il primo cittadino uscente lascia al suo successore c'è la possibilità di inaugurare 40 opere frutto di Carta bianca (il percorso di partecipazione che chiama in cittadini a dare priorità ad alcuni lavori pubblici) tra novembre e dicembre 2019. Mentre entro fine mandato lo stesso Lucchi taglierà il nastro di altre 34 opere decise nel percorso di due anni fa. L'evento più importante di questo secondo mandato? "La visita del papa". Il più grande rimpianto? "Non aver potuto aiutare tutti quelli che mi hanno chiesto lavoro". 

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